Fabio Volo contro Matteo Salvini: “Vai a citofonare ai camorristi se hai le palle str***o”
È bufera su Radio Deejay per il botta e risposta a distanza tra Fabio Volo e Matteo Salvini. Nel corso della sua trasmissione Il Volo del Mattino, il conduttore radiofonico ha attaccato senza mezzi termini il leader della Lega, per aver suonato al citofono di un'abitazione di Bologna, nel quartiere Pilastro dove vive un ragazzo tunisino, chiedendo con sarcasmo se fosse uno spacciatore."Vai a suonare ai camorristi se hai le palle str***o, non da un povero tunisino che lo metti in difficoltà str***o, sei solo uno str***o senza palle. Fallo con i forti lo splendido, non con i deboli", è stata la reazione di Fabio Volo.
Salvini a Bologna suona al citofono di un tunisino
È una battaglia elettorale a colpi si selfie e di gesti eclatanti, di trovate grottesche per destare scalpore e di provocazioni che in fondo lasciano il tempo che trovano. Il leader della Lega continua la sua inarrestabile corsa verso le elezioni regionali in Emilia Romagna e in vista del 26 gennaio è pronto a tutto. Ieri il tour elettorale lo ha portato a Bologna: prima i discorsi dai palchi e in mezzo alle piazze, poi tra le case del capoluogo emiliano, per mostrare di essere vicino alla gente che, presumibilmente, lo voterà domenica prossima. Non poteva mancare per Salvini una visita al quartiere Pilastro che, storicamente, con le mura scolorite dei suoi palazzi popolari ha la brutta fama di essere zona di degrado. In più, ora c'è il documento della Direzione Investigativa Antimafia per il contrasto all criminalità organizzata, che riporta una lunga lista di nomi e cognomi, anche in Emilia Romagna. Così Salvini inizia il suo tour del porta a porta, che forse voleva essere una sorta di simpatico blitz, e si ferma davanti al portone di un condominio di via Grazia Deledda dove, al primo piano, vive un tunisino con la nomea di spacciatore del quartiere. Davanti alle telecamere dei giornalisti e alle dirette social, Matteo Salvini chiede: "Pronto? Buonasera, ma è vero che lei spaccia?", provando persino a farsi aprire il portone per salire in casa. "Niente, ha chiuso", dice a favore di camera con un ghigno sarcastico quando, dall'altra parte del citofono, riattaccano.
Le reazioni di Matteo Salvini
Non solo sostenitori. Al Pilastro non a tutti è piaciuto quel gesto e in molti al leader della Lega hanno gridato: "Cosa fai qui? Tornatene al Papeete". Con la sua risposta pronta Matteo Salvini ha spiegato ai giornalisti: "A che titolo l'ho fatto? Le forze dell'ordine fanno meglio di me il loro mestiere, quindi hanno gli elementi per decidere se quel tizio spaccia o non spaccia. Mi volevo togliere una curiosità, visto che una signora di 70 anni mi dice ‘mi minacciano di morte perché' lì spacciano”. Questa mattina, prima di ripartire per la Calabria, Salvini è intervenuto in collegamento nel salotto di Mattino5, dove ancora una volta ha voluto spiegare il suo gesto:
Perché babbo e figlio spacciano droga, con nome, cognome e indirizzo. È normale che tutti quelli del quartiere, oltre alle forze dell'ordine sappiano, ma che in quel palazzo padre e figlio spaccino e che loro possano continuare a vendere morte? Abbiamo segnalato all'attenzione di chi di dovere che agirà di conseguenza che spacciare droga alla luce del sole significa vendere morte.
L'accusa del sindaco di Bologna Virginio Merola
Sono durissime le parole che il sindaco del capoluogo emiliano ha speso nei confronti di Matteo Salvini. Con un lungo post du Facebook Virginio Merola ha preso le distanze da quel gesto di Matteo Salvini che, ha detto, "si deve vergognare":
I cittadini del Pilastro non meritano di essere additati come persone che vivono in un luogo di spaccio e di degrado. E #Bologna non merita che uno che ha chiesto i pieni poteri si faccia passare come un cittadino: i cittadini segnalano alle forze dell’ordine le cose che non vanno e non si sostituiscono a loro. Salvini continua ad aizzare all’odio anche in situazioni delicate dove non c’è proprio bisogno di aumentare la tensione.
Ci sono, al Pilastro, anche persone agli arresti domiciliari come deciso dalla magistratura.
Io credo che si debba vergognare, caro Salvini. Lei non è un cittadino qualunque. Ha fatto il ministro dell’Interno, come mai in quel caso non ha avuto lo stesso interesse?
Forse perché adesso è solo propaganda e si comporta da irresponsabile per qualche voto in più.