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Fabrizio Bracconeri senza freni: “Governanti, i traditori e gli infami vanno fucilati”

Continuano le dichiarazioni estreme di Fabrizio Bracconeri, che su Twitter attacca quotidianamente governo e avversari politici (ma anche giornalisti come la corrispondente Rai Giovanna Botteri) con toni che sembrano incitare a tutti gli effetti all’uso della violenza.
A cura di Valeria Morini
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Fabrizio Bracconeri, ormai, sta diventato più noto al pubblico per i suoi tweet infuocati e controversi che per il ruolo di Bruno Sacchi ne "I ragazzi della III C" o per gli anni passati a "Forum". Da tempo più interessato alla politica che al mondo televisivo, tanto da candidarsi alle elezioni europee 2014 per il partito Fratelli d'Italia e alla comunali di Roma 2016 con la Lega, l'attore regala quotidianamente attacchi al governo italiano e ai più svariati destinatari. I toni sembrano essersi surriscaldati negli ultimi tempi, tanto che il più recente dei cinguettii in questione contro le autorità statali è passato tutt'altro che inosservato: "Voglio ricordare ai GOVERNANTI che i traditori e gli infami VANNO FUCILATI per quello che avete fatto al popolo vorrei essere uno del PLOTONE"

Il retweet che insulta Giovanna Botteri: "Siamo obbligati a pagare sta tr…"

Solo qualche settimana fa, un altro tweet non meno incandescente aveva scatenato accuse di razzismo, oltre ad apparire come un vero inno alla violenza: "Vi sembrerà assurdo e mi piange il cuore dirlo, ma solo un attentato in Italia ci leverà dai coglioni PD E CLANDESTINI…poi la rivolta". Bracconeri, insomma, continua a incitare all'uso della forza, attirando inevitabilmente le repliche di molti detrattori, ma anche la solidarietà dei tanti che la pensano come lui. Inoltre, l'attore ha fatto parlare nelle ultime ore anche per un altro post su Twitter, nel quale ha condiviso un insulto fatto da un altro utente alla giornalista Giovanna Botteri, corrispondente Rai dagli Stati Uniti. "Siamo pure obbligati a pagare sta tr…", ha scritto @Cuordileone55 Vanni, subito ritwittato da Bracconeri. E ci si chiede allora dove finisce il limite della libertà di parola e inizia quello del rispetto umano.

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