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Fabrizio Corona: “Fui io a far scattare le prime foto con Asia Argento, il mio cuore è di Belén”

Un Fabrizio Corona più determinato che mai a far parlare di sé ammette che fu lui a organizzare la paparazzata che rese pubblica la sua relazione con Asia Argento. Il cuore, però, appartiene ancora a Belén Rodriguez: “Morirò giovane. A mio figlio lascerò i soldi, a Belén il mio cuore”.
A cura di Stefania Rocco
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In occasione dell’uscita del suo libro, Fabrizio Corona appare più determinato che mai a far parlare di sé. Intervistato dal Corriere, l’imprenditore ammette per la prima volta che fu lui a organizzare la paparazzata che portò alla scoperta della sua relazione con Asia Argento. Quegli scatti, che l’attrice crede ottenuti per caso, sarebbero il frutto di uno schema meticoloso. “Ovvio” risponde quando gli chiedono se sia stato lui a far realizzare quelle foto, poi aggiunge:

Non era un contratto, non era stato pianificato. Se sento una vibrazione con una donna, ci provo. […] Vergognoso che abbia scritto sui social “Scendo da questa giostra”. È stata lei ad andare a Domenica In, da Chiambretti, a fare l’intervista con Chi. Ha preso tanti soldi, tanti, in un momento in cui era in difficoltà economica. Ha cavalcato la giostra. Poi è vero che veniva da un anno ricco di delusioni. Io sotto il profilo sentimentale o sessuale sono molto dolce. Lei si è fatta prendere, si è innamorata e ha sbagliato.

Belén e il timore di riprovarci

Hanno fatto parlare le dichiarazioni spese nel libro a proposito di Belén Rodriguez, sua ex compagna. Fabrizio ammette oggi di non essere pronto a tornare con lei, a quella storia d’amore rimasta nell’immaginario collettivo: “Ero pronto a sposarla e ad avere una famiglia con lei. Quello è il mio sogno utopico. Ci tornerei subito, ma lei dice che non tornerei per stare con lei, ma ci tornerei per riformare la coppia ‘Al Bano e Romina’ più famosa d’Italia, o ‘Bonnie e Clyde’. Forse ha ragione, forse se dovesse tornare con me scapperei di nuovo. Per strada, la gente ci vede e rimane allibita, perché rappresentiamo qualcosa di unico. E forse noi stessi vediamo in noi quella cosa lì”.

Le donne in comunità e la leggenda dell’impotenza

Nel suo libro, Corona scrive di avere ricevuto visite di ragazze disponibili all’epoca in cui risiedeva nella comunità Exodus. Ammette, adesso, che quella parte di racconto è stata romanzata: “Anche lì è molto romanzata. Però, nell’immaginario del mondo coronesco, ci sta che arriva la ragazza scalando la finestra”. Nega però la leggenda dell’impotenza, nata all’epoca in cui ammise di dover fare uso di farmaci per poter fare l’amore: “Non è così. Non sono impotente. È un detto: il pene non vuole pensieri. Con tutti i pensieri che ho, mi è difficile staccare il cervello e dedicarmi al sesso o all’amore, allora prendo il Cialis”. Infine, sempre convinto di morire giovane, lascia un testamento virtuale delle sue volontà:

Più che altro, credo che morirò giovane. O magari farò un’assicurazione sulla vita e mi fingerò morto, da morto credo di valere tantissimo. Nel libro c’è il testamento. Ci sono tre cose fondamentali che lascio, anzi due che lascio e una che non posso lasciare, cioè la mia intelligenza, col mio aspetto e la mia genialità… Per il resto, il mio cuore lo lascio a Belen. L’altra cosa sono i soldi: andranno a mio figlio Carlos Maria, che è molto oculato. Però ho chiesto, come i romani che si mettevano le monete negli occhi per il viaggio dalla vita terrena a ultraterrena, di avere quei 40 o 50 mila euro nella bara.

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