Fabrizio Corona, parla Don Mazzi: “Migliora, pulisce gabinetti e prepara da mangiare”
E' passato un mese circa dal giorno in cui un'ordinanza dei giudici ha stabilito che, per motivi di salute, Fabrizio Corona venisse affidato alla comunità di recupero di Don Mazzi. La notizia, come noto, ha colpito non poco l'opinione pubblica italiana, che da tempo era divisa sulle due posizione opposte, tra chi credeva fosse opportuno concedere la grazia a Corona perché sproporzionata la sua condanna rispetto al reato commesso, e chi invece credeva al fatto l'ex paparazzo dovesse scontare nella sua totalità la pena. Il tutto ha contribuito a creare un dibattito spesso sterile e insensato in cui gli italiani sono improvvisamente divenuti esperti di diritto penale. Indipendentemente dai pareri il tribunale di Milano decideva, proprio 30 giorni fa, di affidare alla comunità del volto noto: la decisione era stata presa dal magistrato di sorveglianza, Giovanna De Rosa, per motivi di salute di Corona, al quale è stata sospesa l'esecuzione della pena. Il volto noto è uscito dal carcere dopo aver scontato tre anni e due mesi di una pena complessiva di 13 anni e 2 mesi, ridotti a 9 anni ed 8 mesi.
Ad un mese di distanza dalla scarcerazione, dopo le prime foto, le affermazioni dello stesso fotografo e delle persone da sempre a lui vicine (la madre, l'ex moglie Nina Moric, l'ex compagna Belen Rodriguez e Lele Mora), parla la persona che è sostanzialmente responsabile della condotta di Corona e della sua riabilitazione, ovvero lo stesso Don Mazzi. Attraverso Corriere.it il responsabile della comunità descrive in maniera molto asettica e ottimistica i progressi iniziali di Corona:
Sta lavorando, un 40 per cento è migliorato, ha accettato delle regole ha accettato la mia figura che io non sono poi tanto morbido. Fa la vita che fanno tutti gli altri ragazzi: si alza alle 6 e mezzo, fa un'ora di educazione fisica, pulisce i gabinetti, prepara da mangiare.
Don Mazzi si dice ottimista rispetto alla possibilità che Corona possa reintrodursi in società attraverso questo percorso: "Nessuno è irrecuperabile, non sarà mica peggio del diavolo!"