Ferdinando Giordano è il secondo classificato del Grande Fratello 11
Nata come una scommessa del Grande Fratello 11, l'idea di approvare tra i concorrenti il figlio di camorrista ha suscitato inizialmente lo sdegno e le reazioni scandalizzate di tutta una serie di media, per poi scivolare dolcemente in un doppio trionfo: da un lato la scommessa vinta del Gf11, in grado di reclamizzare se stesso con la consueta sfida controcorrente, e dall’altro la vittoria umana di Giordano Ferdinando, le cui iniziali sembravano create ad arte per il destino che lo attendeva. Di Ferdinando non ha vinto il giocatore, ma l'uomo, e non lo stereotipo. Anzi, per dirla in maniera più completa, nel corso di sei mesi di programma, l’uomo Ferdinando ha saputo fagocitare il proprio cognome fino ad eclissarlo, lasciando apprezzare di sè le proprie qualità e non la provenienza.
La sua avventura in casa è cominciata in maniera incredibilmente dinamica, tant’è che Ferdinando dichiara il suo amore per Angelica dopo pochi giorni dall’inizio del programma, e riesce a condurre in porto la sua storia fino alla fine, seppur tra notevoli sbalzi. Tenta di proporsi come leader del gruppo, suscitando le proteste dei coinquilini, ed attirandosi talmente tante inimicizie da risultare isolato per un buon periodo di tempo. Una ventata d’ossigeno gli vien offerta grazie ai nuovi ingressi Jimmy Barba ed Emanuele Pagano, che si lasciano accogliere ben volentieri sotto le sue ali protettrici.
Si scontra più di una volta con gli altri concorrenti, sfiorando la rissa con Davide Baroncini, ed ogni esperienza collerica sembra servirgli come prova ulteriore che certi atteggiamenti non pagano in termini di consenso. Per cui progressivamente corregge il proprio istinto fino ad assumere un self control invidiabile, che lo porta a ricoprire il sospirato ruolo di pater familias per altra via da quella iniziale. Tutto questo non gli basterà a tramutare i propri sforzi caratteriali in un lauto montepremi consolatorio. Ma a Ferdinando resta la soddisfazione di quanto ha saputo imparare e dimostrare in termini di maturità, sia nella gestione del gioco che delle proprie emozioni.