Ferzan Ozpetek dal cinema alle serie tv: “Sto dialogando con Netflix”
Ferzan Ozpetek potrebbe presto lavorare a una serie televisiva prodotta da Netflix. Il regista turno, ma naturalizzato italiano, ha annunciato nelle scorse ore contatti con la piattaforma streaming più popolare al mondo che potrebbe partire prossimamente. Al momento non ci sono ulteriori dettagli, anche perché lo stesso Ozpetek ha precisato che al momento il progetto prioritario, per lui, è il prossimo film. Poi ha menzionato Netflix e la possibilità di una serie tv:
Me l'hanno chiesto, ci siamo già incontrati, stiamo dialogando
Il regista, reduce dal successo di "Napoli Velata", è stato ospite al Giffoni Film Festival dove, come riporta l'Ansa, ha anche avuto modo di parlare dell'app Whatastar, da lui ideata per permettere alle persone comuni di mostrare il proprio talento di attori e cantanti: "Artisti, secondo me, si nasce. Il talento deve esserci, poi certo bisogna studiare e perfezionarsi, ma chissà quanti grandi registi o poeti ci sono tra gli impiegati di banca che non conosceremo mai".
Cinema e serie tv
Che il cinema e la serialità televisiva vivano un rapporto sempre più simbiotico, uno spazio contiguo, è cosa oramai assodata e anzi si susseguono i casi di grandi registi di cinema interessati dal racconto seriale, che rappresenta una possibilità di narrazione filmica differente, si certo più estesa. In Italia il cineasta che ha dato in un certo senso il via a questa pratica in modo eclatante è stato Paolo Sorrentino con "The Young Pope", che avrà presto un sequel con John Malkovich in aggiunta al cast. Ma prima del regista premio oscar napoletano c'erano stati diversi nomi che avevano contribuito a creare prodotti di rilievo, basti pensare ai nomi che si sono succeduti dietro la macchina da presa per il successo internazionale della serialità italiana per eccellenza, "Gomorra", diretta da nomi come Sollima, Comencini, Cupellini, Giovannesi e proprio in questi mesi l'esordiente Marco D'Amore. L'aggiunta del nome di Ozpetek a questa lista di nomi non fa che rendere ancora più plausibile l'idea di un rapporto di osmosi sempre più consolidato tra i due modi distinti di raccontare attraverso la macchina da presa. Fenomeno che non si è limitato al Belpaese, ma è stato altrettanto vivo altrove.