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Flavio Insinna: “Non sono fidanzato. Sono complicato, dormo poco e ho le mie malinconie”

Flavio Insinna è single. L’attore e presentatore di “Affari tuoi” ha spiegato di avere un carattere complicato, con le sue “malinconie e accartocciamenti”. Ciò non toglie, però, che potrebbe essere un buon marito. Intanto, si prepara a tornare in tv con la fiction “La classe degli asini”.
A cura di Daniela Seclì
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Ogni giorno entra nelle case degli italiani con "Affari tuoi". Flavio Insinna è uno dei volti noti più amati del piccolo schermo. In tv appare sempre sorridente e scherzoso. Nella vita di tutti i giorni, invece, cela le sue piccole malinconie. In passato, ha parlato di come abbia affrontato un periodo di depressione. Nel corso di un'intervista rilasciata a TvZap, invece, ha fatto riferimento a quegli "accartocciamenti" che lo rendono "un tipo complicato":

"Farmi una famiglia? Certo che ci ho pensato, ma la mia famiglia è Affari tuoi. Non sono fidanzato e sono sereno, ciò non toglie che se mi si presentasse l’occasione giusta la coglierei ben volentieri. La verità è che sono un tipo complicato. La gente pensa che la mattina io mi sveglio e parte la sigla di Affari tuoi. Ma non è così. Dormo poco e ho le mie malinconie, i miei accartocciamenti. Chissà, potrei anche essere un buon marito, alla Cary Grant, se non altro sono simpatico".

La classe degli asini

Presto Flavio Insinna tornerà in tv nelle vesti di attore. Interpreterà un professore nella fiction "La classe degli asini". Ecco quanto ha dichiarato a riguardo:

"È stata un’esperienza meravigliosa girare con professionisti come Vanessa Incontrada e il regista Porporati. Il film tratta un tema molto importante, quello delle classi speciali dove venivano relegati i bambini con problemi di disabilità ed esuberanza, coloro che oggi hanno l’insegnante di sostegno. […] Io sono un insegnante scatenato, che non si ferma davanti a niente, tipo don Milani, uno che crede disperatamente nel suo lavoro e nel suo fine alto, non solo quello di insegnare nozioni su Giulio Cesare e il “De bello gallico”, ma di favorire l’integrazione sociale, senza tirare su dei passerotti senza ali".

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