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Francesca Fioretti sulla morte di Davide Astori: “Notizie parziali che aumentano il mio dolore”

Francesca Fioretti è intervenuta su Instagram rompendo per la prima volta il silenzio sulle questioni giudiziarie che sono seguite alla morte del compagno Davide Astori. Trova inaccettabile che sia stata divulgata dalla stampa un’interpretazione parziale e provvisoria di una perizia, che non è ancora passata al vaglio del giudice. Secondo la quale la morte di Davide “non poteva essere evitata”. E si dice intenzionata a fare di tutto per perseguire la verità.
A cura di Giulia Turco
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Francesca Fioretti è stata la compagna di Davide Astori, il capitano della Fiorentina morto improvvisamente il 4 marzo del 2018 perché il suo cuore ha smesso di battere. Al suo fianco fino all'ultimo giorno, Francesca Fioretti è anche mamma della piccola Vittoria, oggi 5 anni. Difficilmente si è espressa in pubblico sulla lunga giudiziaria che ha inevitabilmente seguito la tragica scomparsa del campione. Ma l'esito della perizia del Tribunale di Firenze e la leggerezza con la quale sono state divulgate le informazioni circa la sua morte che "non poteva essere evitata", hanno spinto Francesca Fioretti ad intervenire.

Le parole di Francesca Fioretti

Mentre il processo è ancora in corso, Francesca Fioretti è intervenuta con un post su Instagram rompendo per la prima volta il silenzio sulle questioni giudiziarie che sono seguite alla morte del compagno. Oggi trova inaccettabile che sia stata divulgata dalla stampa un'interpretazione parziale e provvisoria di una perizia, che non è ancora passata al vaglio del giudice. E si dice intenzionata a fare di tutto per perseguire la verità:

In questi anni ho sempre voluto evitare dichiarazioni pubbliche sulla morte di Davide e sul processo in corso. Ho sempre confidato che l’onestà e la pulizia che Davide ha dimostrato fuori e dentro il campo avrebbero portato a risposte altrettanto oneste e pulite. È ancora così, ho ancora fiducia che accada. Leggo in queste ore notizie che non sarebbero dovute essere divulgate. Resto stupita da questo passo così avventato e dal fatto che venga fornita un’interpretazione parziale e contraddittoria di una perizia medica che rappresenta a ogni modo solo una di quelle di cui dispone la magistratura. Il processo in corso serve ad arrivare a una verità, che non sarà consolatoria in ogni caso: l’idea che la morte di Davide potesse essere evitata aumenta persino il dolore. Ma se esisteva anche la più piccola possibilità che avesse a disposizione un minuto in più, un’ora in più o la sua vita intera, io credo che quella possibilità dovesse essere esplorata, che lui meritasse di averla e che tutto ciò che l’ha ostacolata debba in caso venire alla luce. Per lui e per evitare che succeda di nuovo. Nutrivo molti dubbi sull’essere presente di persona alla prossima udienza, ora sento di dover essere lì, a dimostrare simbolicamente, con forza e senza rancore, che è solo in quell’aula che la verità potrà essere accertata, accettata e condivisa. Il passato e il futuro ci chiedono di essere coraggiosi.

La perizia del tribunale di Firenze sulla morte di Davide Astori

L'esito delle due super perizie disposte dal tribunale di Firenze fanno luce su un aspetto chiave: la morte di Davide Astori non poteva essere evitata. Secondo i periti, le anomalie che il calciatore aveva mostrato durante l'ultima prova da sforzo potevano essere approfondite con l'holter cardiaco, ma anche questo ulteriore test difficilmente avrebbe mostrato la patologia di cui soffriva l'ex capitano della Fiorentina. L'esito delle perizie sarà discusso in tribunale giovedì 4 febbraio. Ad ogni modo per il processo si tratta di una svolta decisiva dal momento che i risultati scagionano l'unico imputato, per omicidio colposo, Giorgio Galanti, ex direttore della medicina sportiva di Carreggi.

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