Francesco Totti: “Con Ilary non lasciamo i figli alle tate. Tv in casa? Comanda Chanel”
Figlia di Ilary Blasi e Francesco Totti, la piccola Chanel non avrebbe potuto che essere forgiata nel migliore dei modi. Secondo quanto l’ex calciatore, legenda del calcio italiano, racconta al Corriere della Sera, la sua bambina sarebbe dotata di una volontà di ferro. Uguale a mamma Ilary, insomma, che tiene in riga i concorrenti del Grande Fratello Vip proprio come se fossero figli indisciplinati. E Chanel sarebbe dotata della stessa tempra di sua madre:
Se devo guardare la partita vado in un’altra stanza perché alla fine ha sempre ragione la donna, anche se in casa i pantaloni li porta l’uomo. In alcune case, almeno. Però, per non discutere…Chi ha il telecomando? Chanel per i cartoni.
Il campione aggiunge che sia lui che la moglie dedicano buona parte del loro tempo a seguire i tre figli: “Chi segue di più i bambini? Tutti e due. Anche troppo. Non li lasciamo sempre alle tate. Li portiamo a fare sport tutti i giorni”. Un bell’esempio di nuovo menage familiare che viene da una delle famiglie più in vista d’Italia.
Lo sport dopo l’addio al calcio
Oggi dirigente della Roma, Francesco si sarebbe abituato a non seguire gli stessi ritmi di un tempo. Alla forma fisica, però, presta ancora molta attenzione allo scopo di evitare di ingrassare troppo: “Mi alleno tutti i giorni, ci tengo, mi serve anche per sfogarmi un po’. Se mi lascio andare divento 300 chili, al massimo adesso ne ho presi 2. Comunque non sono un mangione. La cucina romana, per esempio, non mi piace per niente. Carbonara, amatriciana, pajata: per me, zero”.
Il figlio Cristian potrebbe diventare un campione
Francesco è orgoglioso anche del primogenito, il piccolo Cristian. Proprio come il padre, il bambino gioca a calcio. Ammette di sapere che il piccolo sia gravato da un’eredità imponente, ma Totti garantisce che farà il possibile perché riesca a inseguire e realizzare quei sogni che da bambino lo hanno animato e che oggi vede riflessi nel suo primogenito:
li insegno quello che mi hanno insegnato i miei genitori: rispetto, educazione. Certo, ha questo cognome pesante. Gioca e la gente spera che io vada a vederlo. Lo lascio fare, non gli dico niente. Tra 3 o 4 anni vedrò di che stoffa è fatto veramente. Meglio la verità piuttosto che una bugia che può metterlo in difficoltà in futuro.