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George Clooney arrestato dopo la protesta per il Sudan

Il divo di Hollywood è finito in manette dopo la protesta contro il Presidente Omar al-Bashir organizzata davanti all’ambasciata sudanese.
A cura di Laura Balbi
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Il divo di Hollywood è finito in manette dopo la protesta contro il Presidente Omar al-Bashir organizzata davanti all'ambasciata sudanese

Da sempre paladino dei diritti umani delle zone dove si consumano crimini di guerra, George Clooney è stato arrestato a Washington durante la manifestazione indetta davanti all’ambasciata del Sudan, contro il presidente Omar al-Bashir. L’attore non ha opposto resistenza nel lasciarsi ammanettare dagli agenti della polizia, consapevole di attirare attenzione sul tema caldo delle vittime civili dell’esercito sudanese. In particolare nella manifestazione di oggi Clooney ha provato a scuotere l’opinione pubblica sulla mancanza di aiuti umanitari e generi di prima necessità come cibo e medicinali sulle Nuba Mountains, a sud del paese.

Clooney, rivolgendosi al Congresso americano ha detto: “Tra poco assisteremo a un vero disastro umanitario” raccontando degli orrori della guerra civile nel paese, in un intervento alla commissione estera dinnanzi al presidente Barack Obama e il segretario di stato Hillary Clinton. Il presidente in odore di rielezioni, ha stabilito un contatto con il presidente cinese Hu Jintao, che è in stretti rapporti con Omar al-Bashir. L’attore e regista de Le idi di marzo è rientrato di recente da un viaggio nella nazione centrafricana, dove ha proposto un progetto satellitare per tracciare i movimenti e gli attacchi delle forze armate contro la popolazione civile. Insieme a Clooney, che ha disobbedito varcando la zona vietata antistante all’ambasciata, c’erano suo padre Nick Clooney, alcune personalità come il presidente del Naacp Ben Jealous e Martin Luther King III e infine i parlamentari Jim Moran e Frank Wolf, reduci da esperienze nel sud del Sudan, dove sono stati a contatto con i rifugiati.

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