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Gerry Scotti alla compagna Gabriella: “Ti amo ma non ti sposo”

Gerry Scotti, divorziato dal 2009, protagonista sulla coprtina del settimanale Nuovo con la compagna Gabriella, con la quale ha una relazione da anni, ma il matrimonio non sembra tra le ipotesi.
A cura di Par. And.
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La nuova vita sentimentale di Gerry Scotti, oramai, non è più nuova da un pezzo. Il conduttore di Caduta Libera da molto tempo ha una relazione con Gabriella, la madre di un'amica del figlio, che Scotti ha avuto dal precedenta matrimonio, durato 18 anni. Nozze che si sono concluse dopo 18 anni, con il divorzio da Patrizia Grasso.

La nuova storia del conduttore ha dato a Scotti una nuova serenità e il loro amore non è mai stato in discussione, tanto che sin dal principio si pensò ad eventuali nozze immediate. Ma, a quanto pare, non è così. Scotti, protagonista di un servizio sul settimanale Nuovo, avrebbe fatto intendere di essere profondamente innamorato della compagna, ma di non avere intenzione di sposarla. Le ragioni potrebbero essere diverse, ma in generale si sa che Scotti ha con la religione un rapporto piuttosto serio e rigoroso e, probabilmente, può voler rispettare quelle che sono le regole del giuramente precedentemente fatto davanti a Dio. Qualche anno fa, precisamente nel 2009, in una lettera al Corriere della Sera, Scotti spiegò di ritenere il divorzio una specie di secondo peccato originale. Poi, chiedendosi del comportamento della chiesa in merito ai sacramenti per coloro che avessero infranto il patto matrimoniale, Scotti scriveva:

Di questo mio tormento ho parlato con diversi preti, più amici che consulenti spirituali, e loro, conoscendomi, sapendo qual è la mia storia di cristiano, mi hanno dispensato dal sentire la sofferenza. Devo confessarti, direttore, che non mi ero sposato in chiesa la prima volta, ma in Comune, per rispettare le esigenze della mia ex moglie. E adesso con la mia compagna voglio ponderare bene l'idea del matrimonio in chiesa. Soprattutto per rispetto ai figli delle nostre unioni precedenti, che vanno tutelati e protetti. Il prete e la comunità possono essere benevoli verso di me, ma cosa diranno i nostri figli? E poi se ho sbagliato una volta e il buon Dio mi ha perdonato, non posso rischiare di sbagliare ancora. Non ho mai voluto parlare dei miei fatti privati. Se adesso ho scelto di intervenire è perché questo tema mi sta davvero a cuore. Perché l'apertura nei confronti dei divorziati auspicata dal cardinale Martini mi sembra fondamentale. Arrivare a questo è un traguardo fino a pochi anni fa inimmaginabile. E non oso andare più avanti, a una sorta di benedizione sulle unioni di fatto, perché capisco che è un concetto troppo moderno. Ma accogliere nella Chiesa quanti come me hanno sbagliato è un vero atto di carità cristiana.

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