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Giorgio Faletti e l’ultimo struggente commiato: esce il romanzo “La Piuma”

La moglie di Giorgio Faletti ha svelato l’esistenza di un ultimo romanzo dello scrittore. È stato completato due anni prima della sua morte e il 15 maggio arriverà in libreria. Il libro si allontanerà dai classici canoni di scrittura di Faletti, per raccontare una favola struggente e intensa.
A cura di Daniela Seclì
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Il 4 luglio 2014, i fan increduli hanno appreso la notizia della morte di Giorgio Faletti. L'attore si è spento all'ospedale Molinette di Torino a soli 63 anni. Artista poliedrico dimostrò di avere un grande talento come scrittore. Riuscì, infatti, a farsi amare raccontando storie avvincenti che tenevano i suoi lettori con il fiato sospeso. L'ultimo suo appuntamento in libreria è stato con il romanzo "Tre atti e due tempi" pubblicato nel 2011.

Chi ha amato la sua penna, però, avrà modo di leggerlo un'ultima volta. In un genere diverso e in una storia che ha il sapore di una fiaba per adulti. A rivelare alcuni dettagli in più è stata la moglie Roberta Bellesini, che intervistata da "La Stampa" ha spiegato che si tratterà di un romanzo breve, "piuttosto una favola".

Giorgio Faletti aveva completato l'opera due anni fa e l'aveva lasciata a sedimentare "ma ne era del tutto soddisfatto". Così, la sua compagna ha pensato di diffonderla.

"In vita non fece in tempo a decidere se pubblicarlo; lo aveva scritto più o meno nel periodo di "Tre atti e due tempi". Aspettava, come del resto gli è accaduto per altri romanzi, iniziati, lasciati lì e poi completati. Non ho avuto dubbi a decidere per la pubblicazione".

Il libro uscirà il 15 maggio, pubblicato da Baldini & Castoldi, la casa editrice che nel 2002 diffuse la sua prima opera, "Io uccido". Il titolo è "La Piuma". L'ultimo intenso commiato di Faletti è molto lontano dai canoni a cui lo scrittore ha abituato i suoi lettori. Si tratta, infatti, di uno sguardo disincantato alla vita. Una favola struggente. Il racconto della meschinità dell'essere umano e l'importanza di guardare tutto con la lente dell'innocenza per comprendere il senso delle cose e della loro fine.

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