Giovanni Veronesi critica il Grande Fratello nel suo nuovo film
Dopo Che ne sarà di Noi, Manuale d’Amore (1 e 2) e Italians, il nuovo progetto di Giovanni Veronesi si chiama Genitori & figli: agitare bene prima dell’uso, in uscita a febbraio per la Filmauro.
Come racconta in un'intervista al mensile Ciak (in edicola dal 29 gennaio), Veronesi apre e chiude il suo nuovo film con una discussione tra un padre (il mitico Michele Placido) e un figlio (Andrea Facchinetti) su un argomento decisamente attuale: il Grande Fratello. Il figlio, ventenne, vuole partecipare al reality show di Mediaset per aprirsi nuove possibilità, ma il padre è contrario, ed è la voce del regista.
"Sto dalla parte del padre" dice Veronesi "quello show è una scorciatoia breve per arrivare in un punto di totale deserto.". Non è il genere televisivo che irrita il regista, ma il tipo di concorrenti che vi partecipano: “Non sono contrario in generale ai reality, ad esempio mi diverte vedere Valeria Marini pietire un pugnetto di riso all'Isola dei famosi, e se guardo Amici mi rendo conto che tutti quei ragazzi in gioco, il talento ce l'hanno. Chi partecipa al Grande Fratello, invece, si illude di essere chi non è, tenta maldestramente una carriera che, tranne rare eccezioni, naufraga dopo pochi mesi.".
La soluzione? "Propongo di farne una prigione di lusso, chiusi sei mesi a imparare a memoria Vargas Llosa o tutto Orson Welles e Woody Allen e chi vince prende 250.000 euro. Almeno avrebbe un senso, così com'è, invece, andrebbe vietato per decreto legge.".
Così conclude Veronesi parlando del reality condotto da Alessia Marcuzzi: "A me la vita ha insegnato che piangere è un atteggiamento estremo, mentre al Grande Fratello è un fatto quotidiano, piangono sempre. Mi chiedo: è l'effetto telecamera o siamo tutti sull'orlo di una crisi di nervi?".
Simona Redana