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I Vip si uniscono agli indignados nella protesta a Wall Street

Mentre l’Italia comincia adesso a partecipare alla protesta degli Indignados, numerose star americane si uniscono alla manifestazione che sta infiammando le piazze. Da Susan Sarandon a Talib Kweli fino a Michael Moore, ecco chi sono i vip che hanno preso parte alla protesta.
A cura di Stefania Rocco
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Mentre l’Italia comincia adesso a partecipare alla protesta degli Indignados, numerose star americane si uniscono alla manifestazione che sta infiammando le piazze

Se nel nostro paese sta cominciando proprio in questi giorni a infuriare lo scontro con la nascita degli Indignados italiani, in America il movimento di protesta ha suscitato un’attenzione tale da costringere anche numerose star a scendere in piazza per manifestare contro il capitalismo. Ai numerosissimi studenti e lavoratori che, da circa trenta giorni, stanno presidiando piazze quali Wall Street – guadagnandosi perfino l’attenzione di Barack Obama – si sono aggiunti altrettanti vip dalla fama planetaria che, solo attraverso il loro supporto, riusciranno a far salire la manifestazione ancora più in alto tra gli episodi che meritano di conquistare l’attenzione pubblica.

Le star si uniscono agli Indignados

Il gruppo Occupy Wall Street, ormai diventato famosissimo, da qualche ora annovera tra le sue file personaggi quali l’attrice Susan Sarandon, il rapper Talib Kweli, il regista Michael Moore – da sempre molto attento alle difficoltà delle fasce più deboli della società – Kanye West, Russell Simmons e Mark Ruffalo. Questi solo alcuni dei nomi delle star che si sono aggregate alla protesta dei manifestanti allo scopo di scongiurare piaghe quali il carovita e il considerevole impatto del sistema capitalistico sulla vita dei lavoratori comuni.

susan sarandon

Sebbene forti della fama e dei guadagni stellari che tali personaggi sono riusciti a conquistare attraverso la loro carriera, non hanno esitato a scendere in piazza al fianco dei propri vicini o familiari, allo scopo di denunciare un sistema che minaccia di far collassare la società. Sebbene in Italia siamo ancora lontani dal raggiungere questo tipo di risultati – la marcia dei 150.000 indignados è solo l’inizio – quanto sta accadendo in America lascia ben sperare che, anche da noi, il movimento possa acquistare una forza tale da aver voce in capitolo in vista dei futuri cambiamenti che, si spera, investiranno tutto il mondo, permettendo anche alle fasce meno abbienti di riuscire a ritagliarsi uno spazio attraverso il quale poter scalare i gradini della scala sociale e conquistare un posto nel mondo, lo stesso per il quale i cittadini americani stanno lottando compatti.

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