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Il divorziato Boris Johnson e Carrie Symonds si sono sposati in Chiesa: ecco perché ha potuto farlo

Per la diocesi cattolica di Westminster i primi due matrimoni di Boris Johnson “non contavano”. E quindi il Primo Ministro – che è stato battezzato da bambino – sabato 29 maggio ha sposato in Chiesa e con rito cattolico la fidanzata Carrie Symonds. Per ora Downing Street si è rifiutata di commentare.
A cura di Gabriele Crispo
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Boris Johnson e Carrie Symonds sabato 29 maggio si sono sposati nella cattedrale di Westminster con una cerimonia cattolica in gran segreto. Un matrimonio per Johnson che arriva dopo due precedenti unioni e sei figli: il primo di sei anni con Allegra Mostyn-Owen e il secondo con Marina Wheeler durato oltre 25 anni. Una vita amorosa movimentata, in cui non sono mancati gossip e piccoli scandali (l'ultimo, il 22 giugno 2019, quando la polizia è intervenuta a casa della coppia in seguito a una lite), con matrimoni finiti ma legalmente vincolanti e sciolti col divorzio.

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Perché il divorziato Boris Johnson si è sposato in Chiesa

Il Primo Ministro britannico si è sposato in Chiesa – seppur in gran segreto – per una serie di ragioni e vicissitudini che iniziano fin dalla sua infanzia. Daily Mail e The Independent (co-fondato dal padre di Carrie) svelano che Johnson (56 anni) poco dopo essere nato è stato battezzato con rito cattolico. E solo in un secondo momento è diventato anglicano, durante l'adolescenza quando era a Eton. I suoi due precedenti matrimoni (quello con Allegra e quello con Marina) sono stati celebrati con il rito anglicano. Quello con la giovanissima Carrie Symonds (33 anni) è invece stato celebrato con un rito cattolico. E quindi, come riportato dal tabloid britannico: "La diocesi di Westminster attraverso le parole di un portavoce ha confermato che, in quanto battezzato nella fede, i precedenti matrimoni di Johnson non sono validi perché non celebrati secondo il rito canonico e quindi con cerimonia cattolica. Il Primo Ministro si è potuto sposare in Chiesa, perché mai stato sposato per la Chiesa di Roma".

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Enrico VIII e Boris Johnson e viceversa

Nonostante le spiegazioni e le rassicurazioni di conformità con la dottrina vaticana, le nozze del premier, stando a quanto riportato dal Mail, hanno creato discussione tra i britannici e i fedeli. In molti hanno tirato in ballo Enrico VIII, padre della Chiesa anglicana e autore dello scisma tra la Chiesa di Roma e quella di Londra a causa della volontà di sposare Anna Bolena (poi accusata di adulterio e decapitata) e divorziare con la moglie Caterina d'Aragona.

Alcuni invece si sono chiesti se Johnson potesse essere considerato ancora battezzato cattolico, nonostante i suoi due matrimoni e divorzi. Austen Ivereigh, autore cattolico, commentatore e biografo di Papa Francesco, su Twitter ha scritto:

I cattolici hanno diritto ai sacramenti. E se soddisfano i requisiti di legge e vi aderiscono correttamente nessuno può impedire loro di esercitare tali diritti. Non credo però che Johnson diventerà cattolico come Primo Ministro: ci sono troppe ragioni, politiche e costituzionali, che lo rendono impossibile.

Il matrimonio a Westminster di Boris Johnson e Carrie Symonds

Le nozze si sono tenute nella cattedrale cattolica romana di Westminster, sabato 29 maggio, di fronte a poco meno di 30 persone, come da regolamento anti-covid in vigore nel Regno Unito. Sembra che gli invitati siano stati informati solo all'ultimo minuto, per evitare fughe di notizie. Il tabloid inglese The Sun svela che il matrimonio celebrato da padre Daniel Humphreys: "Era pianificato da sei mesi. Solo una manciata di funzionari della Chiesa sono stati coinvolti nella preparazione dell'evento". La coppia ha già un figlio: Wilfred Lawrie Nicholas Johnson.  Il tabloid inglese ritiene che Wilfred abbia partecipato alle nozze insieme a due testimoni ufficiali. Per ora Downing Street si è rifiutata di commentare. Una cosa è certa: il matrimonio c'è stato.

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