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Il dolore di Francesca Barra: “Ho perso il figlio che aspettavo da Claudio Santamaria”

È un momento estremamente doloroso per Francesca Barra. La giornalista e scrittrice ha perso il bambino che aspettava da Claudio Santamaria: “Il nostro bimbo, tanto cercato, tanto voluto, che finalmente era dentro di me, ha interrotto il suo cammino prematuramente lasciando un vuoto che non riusciamo a riempire con nulla”.
A cura di Daniela Seclì
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È un momento doloroso per Francesca Barra. La giornalista e scrittrice, che qualche settimana fa aveva rivelato di essere incinta, ha fatto sapere di aver perso il bambino che aspettava da Claudio Santamaria. Ha deciso di diffondere la triste notizia perché preferisce che sia lei a parlarne, prima che venga fuori in modi più indelicati. Le sue parole sono state:

"Io e Claudio stiamo vivendo uno dei momenti più dolorosi della nostra vita. Sappiamo che tanti di voi hanno fatto il tifo per noi, il nostro amore, il nostro bambino e per questo vi ringraziamo con parole sincere che provo a condividere per quel “prima o poi si scoprirà” che doveva arrivare, ed è più giusto che arrivi da noi. Perché il calore dei familiari, degli amici discreti, degli sconosciuti che però sono stati coinvolti in tante gioie e tante fatiche non è mai scontato o dovuto. E lo useremo come unguento in queste ore in cui stiamo facendo i conti con una perdita dolorosissima".

La fragilità e il senso di vuoto

Francesca Barra ha parlato dei sogni e delle gioie che erano aggrappate al cuoricino del suo bebè. Quel bambino che ancora non avevano avuto il privilegio di stringere tra le braccia ma che già amavano follemente e che perdendo la sua lotta, ha lasciato un vuoto che niente potrà mai riuscire a colmare:

"Il nostro bimbo, tanto cercato, tanto voluto, che finalmente era dentro di me contagiandoci con gioie e progetti e con cui poi abbiamo lottato aggrappandoci alla più piccola e improbabile speranza, ha interrotto il suo cammino prematuramente lasciando un vuoto che non riusciamo a riempire con nulla. La mia pancia sembra ancora essere il luogo più sicuro per proteggerlo. Eppure lui non c’è più. 
Ho spesso creduto e condiviso con voi la sfrontata certezza che l’amore salvasse, bastasse, rendesse invulnerabili ed eroici. Che la mia forza, l’essere disposti a tutto, la forza di una madre, potesse perfino smentire la scienza e trasformarsi nel miracolo.
 Oggi scopro di essere fragile, di non avere armi, di non essere stata in grado di produrre quel miracolo, di essere piccola, di non avere spiegazioni sagge perché non sempre ciò che sai, sei e senti è sufficiente per salvare chi amavi già con tutta te stessa.
 Scopro che non posso compensare una perdita con altre fortune ricevute precedentemente, perché ogni progetto è un progetto unico e apporta un senso nella vita che non può essere sostituito con nessun sollievo".

La coppia chiede un rispettoso silenzio

In questo momento di dolore, la coppia chiede un rispettoso silenzio perché le ferite possano rimarginarsi e il tempo possa portare la ricerca ossessiva di un perché a placarsi: "Ci sarà bisogno di molto tempo e di un rispettoso silenzio. Non per cancellare, ma per lasciare che questo pezzo di vita reciso e questo dolore, trovi il giusto posto nel nostro cuore e si posi, e riposi, senza l’ossessione dei milioni di perché che per ora ci inseguono pur sapendo che non otterranno mai la risposta che il nostro cuore meriterebbe".

Io e Claudio stiamo vivendo uno dei momenti più dolorosi della nostra vita . Sappiamo che tanti di voi hanno fatto il tifo per noi, il nostro amore, il nostro bambino e per questo vi ringraziamo con parole sincere che provo a condividere per quel “prima o poi si scoprirà” che doveva arrivare, ed è più giusto che arrivi da noi. Perché il calore dei familiari, degli amici discreti, degli sconosciuti che però sono stati coinvolti in tante gioie- e tante fatiche- non è mai scontato o dovuto. E lo useremo come unguento in queste ore in cui stiamo facendo i conti con una perdita dolorosissima. Il nostro bimbo, tanto cercato, tanto voluto, che finalmente era dentro di me contagiandoci con gioie e progetti e con cui poi abbiamo lottato aggrappandoci alla più piccola e improbabile speranza, ha interrotto il suo cammino prematuramente lasciando un vuoto che non riusciamo a riempire con nulla. La mia pancia sembra ancora essere il luogo più sicuro per proteggerlo. Eppure lui non c’è più. 
Ho spesso creduto e condiviso con voi la sfrontata certezza che l’amore salvasse, bastasse, rendesse invulnerabili ed eroici. Che la mia forza, l’essere disposti a tutto, la forza di una madre, potesse perfino smentire la scienza e trasformarsi nel miracolo.
Oggi scopro di essere fragile, di non avere armi, di non essere stata in grado di produrre quel miracolo, di essere piccola, di non avere spiegazioni sagge perché non sempre ciò che sai, sei e senti è sufficiente per salvare chi amavi già con tutta te stessa.
Scopro che non posso compensare una perdita con altre fortune ricevute precedentemente, perché ogni progetto è un progetto unico e apporta un senso nella vita che non può essere sostituito con nessun sollievo.
E per questo , proprio per questo, ci sarà bisogno di molto tempo e di un rispettoso silenzio. Non per cancellare, ma per lasciare che questo pezzo di vita reciso e questo dolore, trovi il giusto posto nel nostro cuore e si posi, e riposi, senza l’ossessione dei milioni di perché che per ora ci inseguono pur sapendo che non otterranno mai la risposta che il nostro cuore meriterebbe.

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