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Il dolore di Rosetta: “Per 4 mesi vegliò sul nipotino morente, ora è sepolta vicino a lui”

Il pubblico di “Uomini e Donne” era abituato a vederla energica e scherzosa mentre rallegrava le puntate dedicate al Trono Over. Rosetta, però, aveva nel cuore un grande dolore. È stata la figlia a svelarlo. Per quattro mesi, la donna aveva vegliato sul nipotino Francesco che versava in fin di vita. Aveva cercato di svegliarlo e si era presa cura di lui. Il piccolo morì e lei non riusci più a darsi pace.
A cura di D.S.
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Sono trascorsi due mesi dalla morte di Rosetta. L'arzilla e simpaticissima vecchina ispirò il format del Trono Over di "Uomini e Donne". La figlia è tornata a parlare di lei in un'intervista rilasciata a Di Più. In fondo, il pubblico di Canale 5 si era davvero affezionato alla donna. Per i familiari, dunque, è un piacere svelare alcuni dettagli del privato di Rosetta.

Innanzitutto, la figlia ha raccontato come sua madre amasse aiutare le persone in difficoltà e non si risparmiasse mai per i meno fortunati:

“La verità è che ovunque ci fosse da aiutare qualcuno, mia mamma Rosetta era sempre presente. Portava il cibo caldo non so nemmeno a chi, si informava sui fatti del paese e su chi fosse in difficoltà. E faceva rigare dritto tutti! Una volta vide uno scolaro che aveva preso di mira con la fionda un’anziana signora dal balcone della scuola. Non ci vide più: entrò a scuola a redarguire il maestro!"

Quando era più giovane Rosetta amava ballare e nonostante fosse bellissima non faceva ingelosire il marito che si fidava ciecamente di lei. Nel cuore della donna, però, albergava il dispiacere di non essere riuscita a dare un fratellino a sua figlia:

"Anche se mia madre era bellissima e ballava molto bene, lui non era geloso. Eravamo felici e io desideravo un fratello, ma loro non riuscirono a darmelo e so che questo li fece soffrire. Mia madre era molto protettiva nei miei confronti; se c’era da mandarmi da qualche parte, lei diceva ‘L’è minga bona’, cioè ‘non è capace’ e questo suo atteggiamento, quando sono cresciuta, mi ha reso a tratti insicura. Ma non lo faceva apposta, era fatta così e io ero tutto per lei".

Per essere ancora più d'aiuto alla famiglia, Rosetta prese la patente. Purtroppo, però, guidare non faceva per lei:

"Qualche mese dopo finì in mezzo ad un prato e decise che avrebbe smesso di guidare! Così comprò un motorino, in realtà simile ad una bicicletta".

Una grande gioia, fu l'arrivo dei nipoti. Nel ’68 nacque Luigi, nel ’69 Claudio e nel ’71 Debora. La felicità, però, durò poco.

"Nel 1976 ebbi un altro figlio, Francesco, ma morì pochi mesi dopo".

Rosetta fece di tutto per il nipotino, vegliandolo e prendendosi cura di lui:

"Lei lo amava con tutta se stessa, anche perché Francesco soffriva di una cardiopatia congenita, era fragile proprio come lo era lei da bambina. Per tutti i 4 mesi in cui Francesco visse, lei non lo lasciò mai solo. Era sempre in ospedale mentre io dovevo occuparmi degli altri figli. Gli parlava, lo toccava, cercava di svegliarlo. E quando lui se ne andò, lei non si diede pace. Perse il sorriso, ci mise tempo a ritornare la donna che era. Francesco fu sepolto nella tomba di famiglia, vicino ai miei nonni, vicino a lei e a mio padre Vincenzo".

Anche la morte del marito, non fu facile da superare per lei:

"Mio padre morì nel 2002; la sua malattia lo portò a stare bene fino alla fine e poi a stare malissimo per un breve periodo, prima di lasciarci. Quando successe, mia madre non era preparata a perderlo. Andò a camminare per mezz’ora in giardino, scuotendo la testa, poi venne da me e disse ‘È andata così’. Litigò con Dio. Sembrò superare in fretta il lutto, dimenticando, guardando avanti. Poi mi resi conto che stava soffrendo moltissimo, ma che la sofferenza se la portava dentro. Invece di chiudersi in sé stessa, cercò di andare incontro agli altri. Quando faceva la spesa, vedeva chi aveva bisogno di aiuto e il pomeriggio, verso le 2, andava in bici dalle amiche, che la aspettavano per due chiacchiere o per mangiare. Poi andava al cimitero a trovare il marito e il nipotino".

Infine, arrivò un cagnolino che le riportò la gioia, poco prima di approdare nel programma di Maria De Filippi:

"Adottò un cagnolino, Luna, che abbaiava a tutti tranne a lei. Le dava da mangiare tutto quello che mangiava lei, la trattava come un essere umano e lei gradiva. Ma la vita di mia madre era destinata a cambiare nuovamente, quando nel 2009 le arrivò l’invito di C’è posta per te. All’inizio non voleva saperne di andarci, le sembrava una perdita di tempo…"

Ma forse era destino che la sua vicenda umana si concludesse in quel modo, amata dal pubblico che oggi prova nostalgia per lei e commozione per la sua morte.

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