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Il dramma di Baldini: “Ho smesso con Fiorello perché l’avrei messo in pericolo”

È drammatico il racconto che Marco Baldini fa al Corriere della Sera, un racconto in cui si dice braccato dai suoi creditori e sfinito da debiti. E attraverso il quale, anche se indirettamente, continua a invocare aiuto.
A cura di Stefania Rocco
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È il racconto di un uomo sfinito quello che Marco Baldini fa al Corriere della Sera, un’intervista resa attraverso una telefonata alla quale risponde dal luogo in cui è nascosto, la casa di un amico che ha scelto di ospitarlo per concedergli una breve tregua dai creditori. Costretto a lasciare Radio 1 nel timore di mettere in pericolo quanti lavorano con lui, rivela di essere ormai braccato dalle persone alle quali deve dei soldi, una cifra importante che non rivela nel rispetto di chi guadagna solo 1000 euro al mese. Baldini ha ottenuto il sostegno dell’ ex moglie Stefania e di pochissimi altri. Materialmente, però, queste persone non possono fare nulla per aiutarlo. Chi avrebbe i soldi per farlo, ha scelto di tirarsene fuori. Queste le sue parole:

Ho lasciato Radio 1 perché non avevo scelta. Non devo e non posso andare a fare il programma. Non sono in grado di sostenere un ruolo impegnativo, ma soprattutto metterei a rischio le persone. Quelli ai quali devo dei soldi non sono banditi, sono persone esasperate che rivogliono i loro soldi. Ricevo 150 telefonate al giorno, mi citofonano, mi stanno addosso. Non posso più lavorare. Non potevo continuare a lavorare con Fiorello perché sarebbero potuti arrivare lì e fare una piazzata tremenda. “Fuoriprogramma” non si registra in uno studio, ma in un bar in mezzo alla strada. Troppo pericoloso. Fiorello mi ha detto che gli dispiace, che non dovevo mollare perché finché non ho continuità sul lavoro non ne esco. E purtroppo non ne esco.

Chi riporta la sua intervista racconta di un Marco disperato ma lucido, un uomo che non si fa sconti e che racconta la sua vita da braccato. A ospitarlo è un amico che gli ha messo a disposizione una camera all’interno della sua casa per offrirgli una parvenza di tranquillità:

Non c’è via d’uscita. È un cane che si morde la coda. Dovrei lavorare tantissimo per poter pagare i debiti, ma non sono in condizioni di poter lavorare. Non gioco più dal 2008, anche se le persone cattive sostengono il contrario. Ho accumulato tutti questi debiti perché nel 2011 ho perso il lavoro. Per due anni sono stato fermo perché Fiorello era fermo. E lì i debiti sono aumentati perché non avevo entrate. Ora non riesco più a far fronte a tutto. Ci vorrebbe solo che qualcuno si fidasse di me, pagasse i miei debiti e investisse su di me per progetti lavorativi futuri. Purtroppo nessuno ha né voglia, né coraggio. E non lo biasimo. Chi vorrebbe darmi una mano non ha i soldi, chi ha i soldi non mi dà una mano.

Ma se gli si chiede di far luce sul totale cui ammonterebbe il suo debito, Baldini si ritrae:

Non posso dire a quanto ammonta il mio debito per rispetto verso chi guadagna 1000 euro al mese. Le persone a cui devo dei soldi non molleranno. Alcuni sono ex amici, impazziti di rabbia, hanno bisogno di quei soldi. Sono disperati, piangono, urlano, non si rassegnano. I creditori non mi danno tregua. La mia vita è un inferno. È la vita di un uomo sfinito. Con la paura ci si abitua a vivere. Io sono solo sfinito. Quando mi sveglio alle sei cominciano le telefonate, le urla. E so che sarà così fino alla notte. Prima o poi dovrò smettere di lavorare completamente anche perché non ce la faccio più con la testa. Ho 55 anni, il mio fisico non regge. Mi verrà un infarto. MI è rimasto vicino qualche amico e la mia ex moglie: mi sono separato per non rovinarle la vita. Tanti amici mi hanno voltato le spalle. Tanti che in tempi belli, mangiavano e bevevano con me.

Il post su Facebook: “Ho smesso di giocare”

Quelli di Baldini sono debiti vecchi, contratti negli anni in cui giocava d’azzardo. Da quel tunnel sarebbe uscito dal 2008 e infatti, pochi giorni fa, su Facebook scriveva:

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