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Il figlio di Vasco Rossi accusato di omissione di soccorso: “Mi fermai, ci dissero che era tutto ok”

Davide, figlio di Vasco Rossi, si è difeso di fronte al giudice monocratico di Roma nel processo che lo vede imputato per lesioni personali gravi e omissione di soccorso stradale in seguito a un incidente che risale al 2016. “Ci siamo fermati, siamo scesi dalla macchina e abbiamo chiesto alle ragazze nell’altra auto se fosse tutto a posto e loro ci hanno risposto che era tutto ok”, ha dichiarato il figlio della celebre rockstar.
A cura di Stefania Rocco
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Davide, figlio di Vasco Rossi, si è difeso di fronte al giudice monocratico di Roma nel processo seguito a un incidente automobilistico avvenuto nel 2016, che lo vede imputato per lesioni personali gravi e omissione di soccorso stradale. A bordo dell’auto c’erano Rossi, un amico che sostiene di essere stato alla guida e una ragazza. “Ci siamo fermati, siamo scesi dalla macchina e abbiamo chiesto alle ragazze nell'altra auto se fosse tutto a posto e loro ci hanno risposto che era tutto ok”, si è difeso Davide, figlio della celebre rockstar e deejay.

La versione di Davide Rossi

Il figlio di Vasco Rossi in aula ha raccontato la sua versione dei fatti in merito a quanto accaduto quella sera: “Ho detto al mio amico di fare la costatazione amichevole e me ne sono andato con la ragazza perché era molto scossa dall'incidente, sapendo che stavano facendo il cid ero tranquillo”. Poi una considerazione sulla fama del padre: “Non navigo nell'oro e non ho un lavoro stabile i giornali hanno scritto cose allucinanti su di me ma mi prendo pregi e difetti di essere figlio di Vasco”. Sentito anche l’amico di Rossi, difeso in aula dall’avvocato Fabrizio Consiglio: “Non sapevo di avere la patente scaduta da 4 mesi, l'ho scoperto dopo”.

La dinamica dell’incidente

Secondo quanto si legge nel capo di imputazione, Rossi era alla guida dell’autovettura Audi Q5, proveniente da via Elio Donato all’incrocio con via Duccio Galimberti “procedendo a velocità elevata e, comunque, non commisurata in prossimità di intersezione stradale, non arrestandosi al segnale di stop, andava a impattare con la parte anteriore contro la fiancata sinistra” dell’utilitaria coinvolta. L’amico di Rossi è indagato per favoreggiamento. Gli si contesta di avere aiutato Rossi “ad eludere le indagini dichiarando di essere stato lui al volante dell'autovettura e il responsabile del sinistro stradale sottoscrivendo il modulo di constatazione amichevole di incidente”.

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