Il padre di Antonello Zara: “Il suo assassino ha pagato solo 231 euro”
Antonello Zara era noto al pubblico per aver partecipato al programma "Uomini e Donne" nelle vesti di tronista. In quell'occasione si distinse per la sua educazione e gentilezza, tanto da guadagnarsi l'appellativo di “tronista dal cuore d’oro”. La sua scelta ricadde su Valentina Gioia, che gli disse di sì. La loro storia non durò a lungo, ma rimase viva una bella amicizia.
Una vita spezzata nel 2008
Il 7 agosto del 2008, Antonello Zara si trovava in vacanza in Sardegna. Dopo una serata in discoteca, stava rientrando a casa a bordo del suo scooter. Un automobilista di 22 anni, intanto, avanzava contromano e ad una velocità ben oltre il limite consentito. Ha travolto l'ex tronista, che è stato sbalzato dallo scooter. Per lui non c'è stato scampo. È morto poco dopo in ambulanza. Aveva solo 31 anni. Il ragazzo che era alla guida dell'automobile, invece, è stato condannato ad un anno di reclusione con pena sospesa e al pagamento di 231 euro di multa.
Il padre chiede giustizia
Intervistato da "Giallo", Valter Zara, padre di Antonello, ha chiesto giustizia per suo figlio. L'uomo ha dichiarato:
"Aver strappato la vita a mio figlio è costato al suo assassino solo 231 euro di multa e una condanna a un anno, pena sospesa. Questo l'incredibile e ingiusto verdetto della giustizia italiana, sebbene il mio Antonello sia stato travolto da un automobilista che andava contromano e ben oltre i limiti di velocità."
Valter Zara ha definito "misterioso" ciò che è accaduto dopo l'incidente:
"Quello che è successo dopo è misterioso. A quel giovane è stato concesso di tornare a casa, nessuno gli ha fatto l'alcoltest o ha controllato se fosse drogato. Gli agenti si giustificarono dicendo che era stanco. Non è incredibile? Questa storia appare ancora più assurda se si pensa che a mio figlio, ormai morto, prelevarono il sangue proprio per accertare se fosse ubriaco. Non lo era: era perfettamente in sé […]"
Il padre di Antonello Zara, infine, ha ribadito la sua battaglia per l'introduzione del reato di omicidio stradale:
"Quel che più mi fa rabbia è pensare che chi ha ucciso mio figlio non abbia mai pagato. Non dico che dovesse finire in carcere, ma sarebbe stato giusto che facesse alcuni mesi ai servizi sociali. Non ci ha mai neppure chiesto scusa. Antonello non c'è più, ma lo sento vicino: passo ore nella sua camera, da qui combatto per l’introduzione del reato di omicidio stradale, perché quello che è successo a me e a mia moglie Patrizia non accada ad altri: la vita di un ragazzo non può valere solo 231 euro."