J-Ax: “Sono stato vittima di bullismo, mi aggredivano ogni giorno”
Nel passato di J-Ax, oggi uno dei nomi più seguiti del rap italiano, c'è un problema doloroso: il bullismo, con cui Alessandro Aleotti – questo il vero nome del direttore artistico di "Amici" – dovette convivere quando era appena una ragazzino. Un trauma che ha lasciato strascichi e ricordi incancellabili, di cui parla in un suo recente post su Facebook:
A 13 anni pensavo di essere il più grande perdente della terra. La TV mi aveva detto che per essere un figo avrei dovuto possedere vestiti firmati, guidare moto e vivere in case di lusso. Io mi vestivo con ciò che mia madre trovava al mercato, non avevo neanche una bici e abitavo in periferia a Milano. Quello che avevo erano dei ragazzi che mi tormentavano ogni singolo giorno proprio perché mi mancava tutto ciò. Quando passavo per strada, da solo, si accanivano in gruppo con me. Non passava un giorno senza che mi ricordassero quanto fossi uno sfigato solo perché esistevo. Ancora oggi, quando vedo un gruppo di ragazzi su una strada ogni singola cellula del mio corpo mi dice di attraversare per mettermi in salvo. Anche se ho 44 anni. Anche se sento l’affetto di tutti voi che mi fa da scudo.
J-Ax: "Il loro odio è stata la mia salvezza"
Il rapper spiega però che proprio quella persecuzione di cui era vittima quotidianamente ha contribuito a farlo diventare quello che è oggi. La rabbia incanalata in creatività lo ha reso più forte. Oggi, J-Ax è forse all'apice della sua carriera sia come artista musicale che personaggio televisivo. Proprio in questi giorni esce il suo nuovo lavoro, "Vorrei ma non posto", realizzato insieme a Fedez. Intanto, la consacrazione definitiva sul piccolo schermo è arrivata proprio con "Amici" (qui le anticipazioni del settimo serale).
Ma, quello che ignoravano, è che ogni singolo insulto, ogni giorno passato a bullizzarmi era benzina per me. Il loro odio è stata la mia salvezza. Sarà anche un cliché, ma il dolore è energia. Se state male in questo momento, se non siete soddisfatti della vostra vita, se vi sentite soffocare non vi lasciate andare. E, soprattutto, non lasciatevi consumare dalla rabbia, ma utilizzatela a vostro favore. Perché la rabbia, quando è inespressa, diventa depressione — ma quando utilizzate questa energia negativa in modo propositivo si trasforma in arte. Diventa creatività. Diventano idee che vi cambiano l’esistenza. Sono convinto che un modo per liberarci dalle nostre prigioni esiste sempre, sta a noi trovare la forza per farlo.
È l’unico modo per zittire tutti quei bulli che ci davano per sconfitti.