James Franco: “Ecco perché sono il re del Selfie”

Con "The meanings of the Selfie" si dichiara ufficialmente conclusa la catalogazione e lo studio del neologismo, di qualcosa che abbiamo sempre e volgarmente chiamato come "autoscatto". James Franco, il popolare ed affascinante attore e regista, è stato incoronato dagli americani come il "re del Selfie" e, per l'occasione, sul New York Times pubblica un lungo posto dove spiega appunto "il significato del Selfie".

I selfie raccontano qualcosa di me, ne ho fatti tantissimi su instagram e sono stato accusato di averne postati troppi, al punto che sono stato incoronato da "Today" come il "re del Selfie". Ma una collezione ben fatta di "selfie" sembra che attiri attenzione. E' il gioco del social network ed è quello che il cinema, i media, i giornali, gli scrittori vogliono per quello che è il loro lavoro: l'attenzione.

Il post di Franco non fa una grinza, sembra quasi una sorta di "Selfie for dummies":

Più le nostre vite diventano sociali nel modo "elettronico", più diventiamo abili ad interpretare e muoverci nei social media. Una conversazione via sms potrebbe cadere nella sua efficacia, ma un selfioe rende tutto chiaro un un solo istante. Sono veri e propri strumenti di comunicazioni, sono più che un semplice segno di vanità (anche se si, vengono usati per disimpegno). I selfie sono degli avatar: dei "mini-Me" che mandiamo al mondo esterno per dare un senso di chi siamo. Nel mondo dei social network, il selfie è il nuovo modo di guardare qualcuno negli occhi e dire: "Ciao, questo sono io".

Benvenuti nel postumanesimo avanzato, dunque. Alle prossime elezioni aspettatevi i "selfie".