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Kim Kardashian congela i suoi account social per protesta: “Basta con odio e disinformazione”

Kim Kardashian, come tante altre star in queste settimane, prende parte alla campagna #StopHateForprofit per evitare la diffusione di odio e disinformazione tramite i social network. In segno di protesta, infatti, l’influencer ha “congelato” i suoi account Facebook e Instagram, invogliando i suoi fan a fare altrettanto: “La disinformazione condivisa sui social media ha un grave impatto sulle nostre elezioni e mina la nostra democrazia. Vi prego di unirvi a me” ha dichiarato la moglie di Kanye West.
A cura di Ilaria Costabile
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Kim Kardashian è senza dubbio una delle figure più influenti del mondo, a capo di un'azienda che le frutta milioni di fatturato, moglie di uno degli artisti più conosciuti della musica mondiale nonché una delle influencer più quotate su Instagram. Eppure, nonostante anche per questioni lavorative il suo rapporto con i social sia costante, Kim Kardashian ha deciso di utilizzare la sua popolarità per diffondere un messaggio importante e significativo, che riguarda tutti coloro che usano i social network. Per un giorno intero, infatti, in segno di protesta, ha deciso di "congelare" i suoi account per prendere parte ad un'iniziativa che prende il nome di #StopHateForptofit con la quale si vuole portare l'attenzione sua quanto sia necessario diffondere una corretta informazione anche suoi social, che diventano spesso veicolo di odio e discriminazione.

L'iniziativa di Kim Kardashian

Con un messaggio pubblicato proprio su Instagram, Kim Kardashian spiega ai suoi fan cosa accadrà nelle ultime 24 ore, durante le quali i suoi account di Facebook e Instagram saranno inattivi, per manifestare contro il proliferare della disinformazione sui social, madre di sentimenti negativi che portano il popolo americano ad essere sempre più diviso e intollerante. Questo è quanto ha scritto l'influencer che ha cercato di coinvolgere i suoi fan a seguire il suo esempio, come hanno fatto anche altre star nelle settimane precedenti:

Mi piace potermi collegare direttamente con voi attraverso Instagram e Facebook, ma non posso starmene seduto a guardare e rimanere in silenzio mentre queste piattaforme continuano a permettere la diffusione dell'odio, della propaganda e della disinformazione – create da gruppi per seminare divisione e dividere l'America – solo per prendere provvedimenti dopo che le persone sono state uccise. La disinformazione condivisa sui social media ha un grave impatto sulle nostre elezioni e mina la nostra democrazia. Vi prego di unirvi a me domani quando "congelerò" il mio account Instagram e FB per dire a Facebook a #StopHateForProfit.

Che cos'è #StopHateForProfit

La campagna nasce dall'attività di un gruppo di organizzazioni nate con l'intento di ‘boicottare' Facebook. A fine giugno proprio il collettivo, nel quale figura anche l’associazione per la difesa contro l’antisemitismo Anti Defamation League e l’organizzazione per la difesa dei diritti dei neri negli Stati Uniti NAACP, aveva lanciato la parola chiave #StopHateforProfit. L'accusa rivolta al social creato da Mark Zuckerberg è quella di ricoprire un ruolo "nell’incitamento alla violenza, nella diffusione del razzismo e nell’odio e nel contribuire alla disinformazione relativa al processo elettorale", come si legge in una nota diffusa dal collettivo. All’inizio di luglio, l’ad di Facebook Mark Zuckerberg ha incontrato i rappresentanti del movimento, per ascoltare le loro richieste. Delle dieci proposte ne era stata accettata solo una, ossia la nomina di un leader con esperienza nel movimento per i diritti civili. Da qui, poi, l'iniziativa di bloccare gli account Instagram, lanciato a tutti gli utenti di Internet, aziende, celebrità o influencer. Tra le richieste avanzate dalle nove associazioni c'è quella per cui Facebook aumenti le risorse stanziate per la lotta ai contenuti d’odio e il ritiro di false informazioni relative alle elezioni presidenziali statunitensi.

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