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L’appello di Fabrizio Corona: “Vi prego non fatemi tornare in carcere, ho paura”

Mercoledì 21 settembre, si terrà l’udienza presso il Tribunale di Milano, nel corso della quale verrà deciso se Fabrizio Corona dovrà tornare in carcere per altri due anni. L’ex re dei paparazzi ha affidato il suo appello alle pagine di ‘Gente’.
A cura di Daniela Seclì
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Mercoledì 21 settembre sarà una data importante per Fabrizio Corona. L'ex re dei paparazzi, infatti, si presenterà al Tribunale di Milano, davanti al Gip Ambrogio Moccia. Nel corso dell'udienza verrà deciso se Corona dovrà tornare in carcere per altri due anni. L'avvocato  Chiesa ha spiegato la situazione del suo assistito:

"La sua pena complessiva risalirebbe a 13 anni e 2 mesi. Quella ancora da scontare quindi circa 8 anni, ben oltre il “tetto-limite” dei 6. Le porte del carcere, per lui, si riaprirebbero quindi per almeno 2 anni e c’è la reale possibilità che l’esecuzione sia immediata, con il rientro subito in cella".

Fabrizio Corona – che potrebbe essere nel cast del nuovo programma di Simona Ventura – ha affidato un appello alle pagine del settimanale ‘Gente':

"Ho scontato la mia pena. Ho trascorso due anni e mezzo in carcere, quattro mesi in comunità e da ottobre 2015 sono in affidamento ai servizi sociali. Ora rischio però di tornare in prigione. La cella, l'isolamento, le condizioni pietose e i volti degli altri detenuti ritornano nei miei incubi. Vi prego, non fatemi tornare dietro le sbarre".

Fabrizio Corona rischia di dover scontare altri due anni di carcere

Fabrizio Corona ha concluso il suo appello, ammettendo di aver paura di tornare in carcere: "Sono appeso a un filo. Ostento la mia solita sicurezza, una maschera che uso per proteggere me stesso e gli altri, ma in realtà sono molto nervoso. Sì, ho paura. […] Chi non ha vissuto la galera non può capire fino in fondo cosa significhi. La cella, il letto duro, di marmo, l’isolamento, le condizioni pietose, il volto degli altri detenuti ritornano spesso nei miei incubi. Ho scontato la mia pena. Penso di avere pagato il giusto. Vi sembro ricco e felice? Vi sbagliate non sono ancora un uomo libero, sono in affidamento ai servizi sociali, ma ho regolato le mie follie e cerco di comportarmi bene. Chiedo solo che mi venga riconosciuto quello che è legittimo".

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