L’Isola di Nancy Coppola è come un “vascio” in mezzo al mare
Finalmente Nancy Coppola. Se ne stava rintanata come un piccola cucciolotta impaurits, più materna e accondiscendente che battagliera ed amazzone, ma è quando il gioco si fa duro, che i duri cominciano giocare. E così in meno di una settimana, il lato più impulsivo del carattere della cantante neomelodica è venuto fuori, alla distanza. Prima con la fatidica "riunione", quella in cui chiede a tutti rispetto perché "non sono la scema vostra". In quel caso, la focosa partenopea parla più in dialetto che in italiano, lingua che si è sforzata costantemente di non tradire fino ad arrivare al punto di non ritorno ieri sera, dopo la sua ennesima nomination nei confronti di Raz Degan.
Dopo aver spiegato le sue ragioni ad Alessia Marcuzzi, in un italiano scandito e pulito, il rientro in Palapa è accolto dal solito ghigno beffardo di Raz, sempre più solo contro tutti e sempre più investito dal diritto divino – da pubblico e dagli stessi autori del programma, si direbbe – di stravincere questa edizione dell'Isola in un testa a testa tiratissimo con Samantha DeGrenet. È forse questo il lampo che è passato nella mente di Nancy, la possibilità di essere solamente un personaggio caratterista nella lotta tra i veri due leader in Honduras, così tira fuori la sua anima da popolana, rimasta repressa per troppo tempo, accanendosi proprio contro il suo principale nemico: "Ma tu veramente stai facendo? C'eccis!". Nancy sbotta con lo sfogo più caratteristico – sicuramente più utilizzato – del dialetto napoletano, uno di quelli che si utilizza spesso come avvertimento ultimo prima di arrivare alle mani.
Una sfinita Nancy Coppola gesticola e parla ad alta voce, lo studio è costretto ad intervenire e Nancy prova a spiegarsi: "Non se ne può più, dice sempre le stesse cose. Io mi sto zitta per educazione, ma non ce la faccio più!". Passare 44 giorni sull'Isola non sembrano uno scherzo, Nancy deve aver provato fino alla fine a mitigare quell'impetuoso vulcano di viscerale napoletano ma alla fine la logica del "vascio" (i bassi napoletani, le tipiche abitazioni dei vicoli di Napoli che danno direttamente sulla strada) ha prevalso anche sull'Isola: estrema disponibilità o virulenza dell'istinto, i due estremi della cultura popolare perché a Napoli non si conoscono mezze misure.