La dolce vita non può essere eterna
Bellissima, sognante, audace. Una musa ispiratrice e un'icona di stile, Anita Ekberg è stata la protetta di Federico Fellini, e con lui ha girato una delle scene che hanno fatto la storia del cinema italiano.
I movimenti sensuali di una scosciatissima Ekberg hanno reso cult La dolce vita, la pellicola del '60 che ha generato un trend. Spensieratezza e contraddizioni interpretate da Mastrojanni che si lascia andare quando Sylvia lo invita a bagnarsi con le sue forme generose nella Fontana di Trevi.
Quei boccoli biondi sparsi su un corpo morbido avevano ben poco di svedese, così tanto di mediterraneo da far innamorare il regista che l'ha portata ai fasti del successo, iniziando la sua carriera come interpretete del cinema della modernità.
La solitudine e la povertà nella vita di Anita Ekberg
Anita Erberg adesso ha 80 anni e non sta vivendo uno dei suoi momenti migliori. La sua bellezza è sfiorita con il tempo, la sua fama anche. Non è una vecchietta circondata dagli affetti e dal calore di una famiglia, come a tutti piacerebbe immaginarla.
La Ekberg ha vissuto un periodo di disgrazie, la frattura al femore non le permette più di camminare e la sua casa è stata distrutta da un incendio e un furto. E' sola e povera e risiede in una casa di cura ai Castelli Romani.
Un commercialista attribuitole d'ufficio lancia un appello di solidarietà per la diva del passato. Interviene chiedendo un sostengno econonomico alla Fondazione Fellini di Rimini, una richiesta d'aiuto da parte di chi ama il regista che ha dato i natali cinematografici ad Anita.
Massimo Morais fa sapere: "Condividere con altri benefattori la possibilità, anche modesta, di aiutare una brava attrice, veramente meritevole di ogni bene. Un piccolo presente è sempre un grande dono."
Sola e senza soldi; come la nostra Laura Antonelli che di recente ha festeggiato il suo settantesimo compleanno lasciando lo stesso amaro in bocca, la stessa sensazione di dispiacere ed impotenza. La storia di Anita, come quella di Laura, fanno riflettere oltre che amareggiare. Le dive del passato che hanno gioito con il successo, la fama e il danaro si ritrovano sole davanti all'ineluttabilità del tempo.
Meteore di ieri, così come sono tante quelle di oggi che vediamo finire rapidamente nel dimenticatoio, dopo i 15 minutes of fame che sono diventati sempre più fugaci e drammaticamente tristi. La gloria non è eterna, non esiste una ricetta per la felicità. Dinnanzi al passare del tempo siamo tutti uguali, e per quanto si è vissuto di vittorie c'è bisogno di essere onesti con se stessi e ammettere che non è possibile restare soli.
Il migliore augurio di Natale che si può fare alla Ekberg è di trovare un sostegno quanto meno lontano, una fiammella nel buio di una solitudine che non si può spiegare.