La lettera spietata della suocera di Raoul Bova non era rivolta a lui
Ha fatto il giro della rete la lettera scritta da Annamaria Bernardini de Pace sulle pagine de Il Giornale, nella quale si palesava un attacco feroce a un (de)genero ingrato e bugiardo. L'analogia con la situazione familiare della figlia Chiara Giordano, in via di separazione da Raoul Bova, aveva lasciato presagire che le dure parole fossero rivolte al bell'attore. Un tam tam di consensi e dissensi che da stamattina ha iniziato a scatenarsi in rete, spaccando a metà l'opinione pubblica, incerta nel destreggiarsi tra il tifo per la suocera-paladina della giustizia e l'ammonizione contro la medesima, rea di interferire senza alcuna autorità nella vita della figlia Chiara. La lettura approfondita dello scritto, però, ha portato a galla una serie di aspetti alquanto oscuri, che non combaciavano del tutto con le vicissitudini e il percorso di vita della coppia.
Nell'incertezza dell'intenzionalità dell'attacco racchiusa nella missiva, intesa forse come desiderio di rivalsa dopo un periodo delicato e mediaticamente esposto, alcune voci hanno iniziato ad ipotizzare la presenza di un nuovo progetto editoriale. Sembra, infatti, che Annamaria Bernardini de Pace abbia in cantiere un nuovo libro e che lo stia pian piano anticipando sul web tramite "pillole" epistolari pubblicate a puntate proprio su Il Giornale. Nella prima puntata di questa serie di lettere, è possibile leggere come prefazione:
Per tutto agosto pubblicheremo una serie di lettere all'altro sesso. In ognuna c'è la gioia e il dramma della vita. Chi vuole partecipare a questo dibattito può lasciare un commento. Mariti e mogli, uomini e donne. Il misterioso rapporto che regola la nostra società e le nostre vite viene passato ai raggi X da una donna, Anna Maria Bernardini de Pace, avvocato matrimonialista e donna di successo. Per tutto agosto pubblicheremo una serie di lettere all'altro sesso: mariti, compagni, amanti, ex, amici e tante altre figure. In ognuna c'è la gioia e il dramma della vita, in ognuna ci si può riconoscere vittime o carnefici. Tra una lettera e l'altra lasceremo spazio ai vostri commenti, alle vostre critiche e testimonianze.
Lettere all'altro sesso, piuttosto che lettere personali intrise di odio e risentimento. In questo modo forse è molto più chiaro interpretare la naturalezza di una simile pubblicazione, a tratti davvero molto spietata, e accantonare definitivamente l'idea che la suocera furibonda di Raoul Bova ha deciso all'improvviso di fare giustizia prendendo le difese della povera figlia Chiara brutalmente abbandonata da un marito fedifrago. Sarebbe comunque una storia avvincente, ma rimarrebbe tale immaginando una suocera qualsiasi?