La lettera di Kate Simoncelli ai fan di Marco: “Diobò, che avete fatto!”
"Ciao…mi chiamo Kate…e sono, anzi ero, la fidanzata di Marco". Comincia così la struggente lettera di Kate Fretti, che è e sempre sarà la fidanzata di Marco Simoncelli, il campione della Moto Gp scomparso in circostanze tragiche durante la gara di Sepang, in Malesia. Il vuoto lasciato dal dolore in questi giorni si è riempito d'amore, per un ragazzo che aveva un sogno. Lei, la famiglia, gli amici di sempre lo hanno capito.
E la vita ci insegna che bisogna andare avanti, a tutta manetta, "e dai gaaaaas" come diceva lui nella pubblicità della nota azienda produttrice di patatine. L'eco mediatico della morte in diretta televisiva, i funerali e la sincera stima dell'Italia e non solo hanno reso meno brusco quello che molti definisco "il passaggio", la mancanza. Il pensiero di una persona che prima c'era e un attimo dopo è via, non sai dove, forse ad insegnare agli angeli ad impennare.
Kate Fretti ha vissuto questi tredici giorni in maniera straziante prima e rocambolesca ed intensa poi. E per spiegarlo e spiergarsi ha scritto questa lettera a tutti i fan che lo conoscevano e lo hanno sempre sostenuto, ma anche a tutti quelli che delle sue gesta le hanno viste solo dopo il tragico schianto a Sepang e in un attimo hanno capito che SuperSic era una personalità eclettica che non potevi non amare con tutte le emozioni che ci ha regalato. Un Maradona della motocicletta, destinato prima o poi a prendere l'eredita di un altro "pazzo" del MotoMondiale, l'amico Vale, tragicamente coinvolto nell'incidente dell'amico.
Ciao… mi chiamo Kate.. e sono, anzi ero, la fidanzata di Marco.
Fino a 13 giorni fa, tenevo aggiornato il suo sito e la sua fanpage su facebook, con l’aiuto dei ragazzi di Retina.
Come molti di noi Marco si era lasciato affascinare del social network più famoso del mondo … gli piaceva un sacco leggere i vostri commenti dopo che avavamo pubblicato un post, o una foto o il comunicato stampa post gara.. e passava mezz’ore a studiarsi l’andamento del numero dei fan alla pagina. Godeva un sacco quando in week end di gara vedeva alzarsi il numero dei “Mi Piace”. Ricordo che il sabato prima della Malesia mi disse: devo vincere, è l’unico modo per far crescere i fan. Bè.. si sbagliava, non era l’unico modo. Dagli 8.000 che eravamo quel sabato pomeriggio oggi siamo più di 500.000.
Per posta, per e mail, su facebook, ovunque in tanti avete scritto a me e alla famiglia Sic.. inizialmente credevo che parole come: “il vostro dolore è anche il nostro” fossero solo frasi di circostanza, d’obbligo. Poi invece avete continuato a scrivere, a telefonare a casa, in centinaia siete passati per Coriano.. ci avete stretto la mano, abbracciato, sussurrato all’orecchio, avete pianto con noi e il vostro affetto ci è stato di conforto, tutt’ora ci sta aiutando a non sentirci soli. Con mio grande stupore mi sono resa conto che il mondo è ancora bello e la solidarietà tra le persone ancora esiste…. Ed io non posso fare altro che ringraziarvi a nome mio e della famiglia di Marco.
Ieri mattina Riky, un mio caro amico nonchè cugino di Marco mi ha scritto una cosa molto bella: “Dalla perdita di Marco ho tratto un prezioso insegnamento, di cui farò la mia regola di vita: NON MOLLARE MAI, anche se ti trovi in difficoltà lotta per raggiungere il tuo obiettivo…fosse l’ultima cosa che fai”. Mai altre parole sono state più vere, non mollate mai ragazzi, noi non molleremo perché nonostante tutto la vita è bella!
Potrei stare ore a riscrivervi le frasi toccanti che mi sono arrivate in questi giorni… però questa è quella che tre giorni dopo l’incidente mi ha fatto stare un po’ meglio, forse perché tiene viva la mia speranza dell’esistenza dell’anima dopo la morte…
Kate Fretti ha chiuso la sua lettera con una poesia di Henry Scott Holland intitolata "Morire non è niente".
Un invito per tutti a non mollare mai, a restare sempre vigili e sorridenti ad una vita che, troppe volte, ci toglie via le cose più care. Continuare a vivere anche per chi non c'è più è lo strumento ideale per fare in modo che chi parte, in realtà, non se ne vada mai. Ancora ciao Marco.