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La Smutniak tra Pietro e Procacci: “Certi giorni è difficile”

Divisa a metà tra il ricordo dell’uomo che ha amato e quello che le ha restituito la voglia di lottare, Kasia Smutniak racconta la sua nuova vita, quella cominciata proprio con Domenico Procacci dopo la morte di Pietro Taricone. Osannata prima ma giudicata poi, l’attrice non ha paura di raccontarsi e, ancora una volta, lo fa con tutta la profondità di cui è capace.
A cura di Stefania Rocco
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Divisa a metà tra il ricordo dell'uomo che ha amato e quello che le ha restituito la voglia di lottare, Kasia Smutniak racconta la sua nuova vita

E' forse una tra le più belle donne del cinema attuale: Kasia Smutniak, compagna di Pietro Taricone, ha un volto e un corpo che non si dimenticano facilmente e che non le avrebbero consentito di vivere per sempre nella sua tana fatta di dolore. A due anni dalla scomparsa del Guerriero, l'attrice è tornata ad amare grazie al nuovo compagno Domenico Procacci, quel produttore amico di Pietro che le ha restituito la voglia di credere che non fosse veramente finita. A Vanity Fair che l'ha intervistata, l'artista polacca si racconta con la solita eleganza, provando a descrivere per la prima volta quei sentimenti che le hanno consentito di trovare di nuovo la stabilità sentimentale accanto al produttore.

Sempre, ovviamente, nel ricordo di chi non c'è più:

Non mi dispiace parlare di Domenico, mi dispiace che si facciano delle semplificazioni, che si tirino conclusioni, che si voglia vedere sempre e a tutti i costi l’happy end. Ci sono già passata. Di me, due mesi dopo la morte di Pietro, si diceva: "Adesso sta bene", solo perché mi avevano fatto una foto in cui tiravo un sorriso. E poi la gente, che non ti conosce, giudica. Per tante persone che, quando Pietro è morto, mi hanno scritto lettere bellissime e piene d’amore, raccontandomi le loro sofferenze, condividendole con me, ce ne sono state anche altre che mi hanno avvicinato e detto cose brutte. Io devo proteggermi – me, Domenico, mia figlia, la famiglia di Pietro che è la mia famiglia – da queste persone che pensano che la vita sia qualcosa di non vero, un telefilm. Siccome mi vedono al cinema o sui giornali, forse pensano che io sia finta, che viva in un mondo magico in cui, se il cane fa la cacca per terra, io non pulisco. Perché se invece sapessero che sono vera, nessuno potrebbe scrivere che io, a due mesi dalla morte del mio compagno, rido e sto bene. Non è così. Amare di nuovo, dopo Pietro, è un lavoro quotidiano. Tenere insieme il ricordo e l’amore di chi c’era con quello per chi c’è. Certi giorni viene meglio, certi giorni è più difficile. Rimane tutto del passato, ma la vita apre spiragli in cui le cose entrano e ti danno la forza di andare avanti. Non è un lavoro solo mio, ma anche di Domenico e di Sophie. È un grande sforzo che ha i suoi lati difficili e anche quelli belli, naturalmente. È un flusso, non un lieto fine.

Impossibile accusarla di alcunché. Kasia, donna coraggio, ha seguito il suo cuore, lo stesso che le ha regalato l'amore di un uomo magnifico che l'ha adorata più della sua stessa vita, mettendo in discussione sé stesso e i suoi principi da "maschio latino" pur di riaverla vicina. E se la sorte non è stata loro favorevole, a tenerli uniti basteranno i ricordi, gli stessi che tingono di tristezza le parole della Smutniak ma che l'accompagneranno sempre, a memoria di quel grande amore che nulla potrà spegnere e che lei stessa tiene ancora stretto al cuore.

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