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L’esultanza di Fabrizio Corona in tribunale: “Combatto sempre per i miei diritti”

“Mi hanno dato del mafioso, arrestato come il peggiore criminale…”. Fabrizio Corona è un fiume in piena e al suo profilo Instagram affida le sue prime parole per la sentenza in appello che gli riduce la pena dai 12 ai 6 mesi. Ha esultato a pugni chiusi, abbracciando con pacche sulla spalla i suoi legali di sempre, Ivano Chiesa e Luca Sirotti.
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Sembra una favola con il lieto fine, in realtà non è ancora terminata la guerra legale di Fabrizio Corona ma oggi va via sicuramente dopo aver vinto una battaglia. La corte d'appello ha infatti ridotto la condanna in primo grado per la vicenda dei 2.6 milioni di euro nella controsoffitta nascosti al Fisco italiano, passando da 12 mesi a 6 mesi di reclusione. La procura chiedeva due anni e 9 mesi. Il 44enne ha esultato nell'aula di tribunale e, come mostra un video pubblicato dallo stesso Corona su Instagram, ha anticipato la sentenza del giudice senza trattenere le pacche sulla spalla al suo avvocato e amico Ivano Chiesa.

La reazione di Fabrizio Corona su Instagram

"Mi hanno dato del mafioso, arrestato come il peggiore criminale…". Fabrizio Corona è un fiume in piena e al suo profilo Instagram affida le sue prime parole per la sentenza in appello che gli riduce la pena dai 12 ai 6 mesi.

Mi hanno arrestato.Mi hanno dato del mafioso,Mi hanno fatto fare ALTRI e ULTERIORI 18 mesi di galera,Mi hanno arrestato come il peggiore dei criminali davanti a mio figlio,Mi hanno revocato l’affidamento e Mi avevano promesso in modo arrogante 5 anni di galera!!!!!Sti cazzi !!!ADALET!!!ORA e SEMPRE COMBATTI PER I TUOI DIRITTI cazzo!!!

L'esultanza a pugni chiusi

Fabrizio Corona ha esultato con i pugni chiusi, stringendo forte i suoi avvocati, Luca Sirotti e Ivano Chiesa, uscito dall'aula ha dedicato la sentenza al figlio sedicenne Carlos, che non è potuto entrare in aula perché minorenne. Prima che cominciasse il processo, l'ex agente fotografico ha presentato le sue scuse alla Corte e al pg per le dichiarazioni spontanee rilasciate alla fine della sentenza in primo grado, quando accusò il magistrato di non aver capito "un c….": "Chiedo scusa alla Corte e al pg, erano parole di rabbia per la galera fatta per quella vicenda, ora sono molto più sereno". 

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