101 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Linus confessa: “Sono debilitato, sto seguendo una terapia che mi toglie le forze”

Il conduttore radiofonico racconta al suo pubblico il brutto momento che sta vivendo. A causa di un edema al tallone, è costretto a seguire una terapia fortemente debilitante che lo porta a passare ore in ospedale: “A malapena mi rimangono le forze per fare la radio al mattino”.
A cura di Valeria Morini
101 CONDIVISIONI
Immagine

Qualche giorno fa, Linus sembrava intenzionato a chiudere il suo blog sul sito di Radio Deejay, seguito ogni giorno da moltissimi fan. Oggi, però, il conduttore radiofonico è tornato a farsi vivo con un lungo post in cui ha raccontato per la prima volta il difficile periodo che sta vivendo, a causa di una terapia fortemente debilitante.

Ciao. Come state? Vi manco? Voi a me tantissimo. Specialmente in momenti come questo, in cui la frenesia di tutti i giorni lascia un po’ di tempo alle riflessioni. Sto facendo una cosa strana, una cosa che, come direbbe Nicola, SEMBRA CATIVA ma in realtà molto buona. Per radio o su Instagram ho detto che ho l’influenza, la verità è che sono solo un po’ debilitato per una cura che sto seguendo. Ormai la guarigione del tallone è diventata il mio Sacro Graal, una ricerca che sta tra il mistico, lo scientifico e la stregoneria. L’ultimo tentativo è una serie di infiltrazioni che dovrebbero aiutare l’osso a riassorbire l’edema che da tempo immemore mi causa tanto dolore. In pratica mi mettono una flebo di una cosa che non mi interessa cosa sia e me ne sto quattro ore abbondanti ad aspettare che scenda. SEMBRA CATIVA ma in realtà (spero) molto buona. Spero, perché non so ovviamente se questa ennesima strada porterà finalmente da qualche parte. In più, il dopo non è esattamente una passeggiata. A malapena mi rimangono le forze per fare la radio al mattino.

Linus racconta le ore in ospedale: "Tengo duro"

Lo scorso anno, Linus raccontava ai suoi fan il terribile incidente domestico di cui era rimasto vittima il figlio Michele (una brutta caduta da cui fortunatamente il bambino si era ripreso). Oggi, il dj usa il medesimo tono amichevole per aggiornare sul problema che stavolta lo ha coinvolto in prima persona. I lettori, naturalmente, hanno accolto calorosamente il suo ritorno, regalandogli un grosso in bocca al lupo.

Ma tengo duro. Sono un maratoneta, posso correre per quarantadue chilometri senza fermarmi, di cosa posso aver paura? Succede però che la parte in teoria più fastidiosa, cioè le cinque ore in ospedale, siano alla fine l’aspetto più piacevole. Me ne sto qui, nella mia stanzetta all'ultimo piano, da solo, nel silenzio più assoluto. Sotto si vede una scuola, di quelle tipiche del centro di Milano, appoggiata a una vecchia chiesa. Vengo qui dopo il programma, poco prima dell’una, e per la prima ora non arriva un suono. Poi comincia la ricreazione e i bambini escono in cortile, e da lì non finiscono più di gridare. Corrono, corrono sempre. I maschi si spingono, le femmine fanno dei capannelli che poi sciolgono e corrono via anche loro. Corrono e gridano. Pensavo che il tempo non mi sarebbe mai passato, invece vola.
Leggo qualche articolo che non avevo avuto il tempo di leggere questa mattina, tipo un’intervista con Fuksas e la sua Nuvola, o i pareri dei colonnisti sulla mia Juve, sull’Inter di De Boer e i ragazzini del Milan. Cose così. Lavoro. Lavoro tantissimo. Telefono, mail, agenda. Tutto quello che si può fare da una poltrona si può fare anche da un letto. Pensavo di dormire, invece al massimo ho sonnecchiato mezz'ora. Ho imparato a muovermi con la flebo appesa alla gruccia, adesso un’infermiera gentile mi ha portato un cappuccino e l’ho bevuto in piedi, appoggiato alla finestra. I bambini sono andati via, e tra poco vado via anch'io. Verrei qui anche domani. Scriverei anche domani.

101 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views