Lorenzo Palazzi, il dj positivo al Covid: “Assurdo incolpare un solo locale come capro espiatorio”
Si era già sfogato nelle scorse sui social Lorenzo Palazzi, il dj romano risultato positivo al coronavirus insieme ad altri 8 ragazzi, presumibilmente contagiati nel corso di una serata al Country Club di Porto Rotondo. Raccontando la dinamica dei fatti Palazzi, estremamente popolare nel suo giro, aveva raccontato la frustrante sensazione di percepirsi come additato di essere un untore. Tutt'ora in quarantena e asintomatico, ha spiegato: "Non avevo febbre o sintomi legati al Covid in entrambe le serate in cui ho suonato nell'ultima settimana in Sardegna. Il 14 agosto mi è stato comunicato che persone con le quali avevo avuto contatti in diversi locali […] Così il 15 agosto ho effettuato subito il tampone al quale sono risultato positivo anche io".
Il Messaggero riporta altre parole di Lorenzo Palazzi ha spiegato che quella definita come focolaio del contagio era una festa identica a molte di quelle andate in scena in Sardegna prima della chiusura forzata delle discoteche da parte del governo: "Da metà luglio ogni sera in Costa Smeralda ci sono discoteche aperte stracolme di gente. Non è giusto ricondurre tutto a una singola discoteca. Il virus può essere circolato in 10 locali diversi la stessa sera, senza contare gli affollatissimi ristorati, spiagge e cocktail bar". Palazzi racconta quindi il senso di mortificazione ad essere trattati come quelli che hanno fatto circolare il virus e precisa: "Molti di quei ragazzi contagiati erano in Sardegna da tempo e hanno frequentato anche altri locali, dunque è assurdo incolpare una singola discoteca giusto per trovare un capro espiatorio".
Il giornale romano raccoglie poi le parole di unaltro dei giovani risultati positivi a Porto Cervo, Tommaso: "La nostra unica colpa è stata quella di frequentare luoghi pubblici nel pieno rispetto della legge, come avrebbe fatto il 99% delle persone che conosco. La situazione qui è stata sicuramente gestita malissimo ma a mio avviso la colpa è delle istituzioni che per interessi economici hanno lasciato tutto aperto esponendo la Regione ad un elevato rischio di contagio".