Manuela Arcuri racconta le molestie subite: “Depravati, mi chiedevano di mostrare il seno”
Manuela Arcuri, intervistata da Quotidiano Nazionale, ha parlato delle molestie subite sul lavoro. L'attrice, che a un certo punto ha preferito lasciare il lavoro per dedicarsi al figlio Mattia, ha spiegato di avere assistito a degli approcci nei suoi confronti decisamente inaccettabili. All'epoca era giovanissima e faceva fatica a reagire. Oggi si comporterebbe diversamente.
Manuela Arcuri e le proposte indecenti ai provini
Manuela Arcuri ha aggiunto la sua voce a quelle – già numerose – delle donne che si sono ritrovate a subire molestie sul luogo di lavoro. L'attrice ha raccontato che durante i provini è capitato che allungassero le mani per toccarla o che non si facessero problemi a chiederle esplicitamente di mostrare il seno, nonostante non ci fossero scene di nudo da interpretare:
"Succede nel cinema come in altri posti di lavoro. Nel rapporto tra regista e attrice, il regista sente di avere il coltello dalla parte del manico. Le prime volte, quando andavo ai provini, ogni tanto c'era qualche stupido che ci provava, allungava la mano, mi toccava la gamba, io la spingevo via e lui ci ritentava… Ma ero così giovane che non avevo la forza di mandarlo a quel paese, oggi gli tirerei uno schiaffone. […] In altri casting ti facevano le solite domande – come ti chiami, da dove vieni – e poi dicevano: "Fai vedere il seno". Erano dei depravati… Ma dopo due o tre volte ho capito, e gli rispondevo: se non ci sono scene di nudo, è inutile che ti faccio vedere il seno".
Ha rifiutato di girare Pupetta 2 per amore del figlio
Manuela Arcuri, poi, ha svelato che le avevano proposto di tornare a vestire i panni di Pupetta, personaggio che aveva già interpretato nel 2013 nel film "Pupetta – Il coraggio e la passione". Tuttavia, ha deciso di rinunciare per restare accanto al suo Mattia nato nel 2014, dall'amore con Giovanni Di Gianfrancesco:
"Mi avevano proposto Pupetta 2, il seguito di Pupetta che aveva avuto molto successo. Ma ero incinta e ho rifiutato. Per due anni mi sono dedicata esclusivamente a mio figlio. Nato Mattia, ho capito quale era la ragione della mia vita. Dopo due anni la mia casa di produzione (Ares) ha avuto grandi problemi ed è fallita. Sono rimasta senza agente, produzione, ufficio stampa. Non ero abituata a bussare alle porte, loro mi procuravano due fiction all'anno. Sono andata avanti con difficoltà, ed è arrivato pure il Covid. Sono stati anni un po' difficili ma le difficoltà spesso si trasformano in opportunità".