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Mara Venier svela: “Richard Burton aveva un debole per me, avevo tette pazzesche”

In un’intervista rilasciata al settimanale “Chi”, Mara Venier ha parlato degli amori della sua vita. Da Francesco Ferracini ad Armand Assante, passando per Nicola Carraro. La presentatrice ha svelato che anche Richard Burton rimase incantato da lei e dal suo décolleté.
A cura di D.S.
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Mara Venier ha raccontato la sua storia in un libro. La presentatrice ha spiegato che la scrittura l'ha aiutata ad affrontare il dolore provato per la morte della madre:

"In realtà scrivere questo libro mi è servito per superare il trauma per la morte di mia madre. Mamma è mancata il 26 giugno e io per tre settimane mi sono chiusa in casa e sono rimasta a letto. Questo libro, allora, è stato come una terapia in un momento in cui mi sembrava che nulla avesse senso. C'era solo questo dolore con cui non puoi negoziare".

Intervistata dal settimanale Chi, ha svelato alcuni dettagli sugli amori narrati nella biografia. Innanzitutto ha parlato del suo primo marito, Francesco Ferracini e delle attenzioni che ricevette da Richard Burton:

"Una sera sono scappata da casa mia, a Mestre, per seguire a Venezia quello che poi è diventato il mio primo marito Francesco Ferracini di cui ero follemente innamorata. Ci siamo trovati all'Harry's Bar a tavola con Richard Burton. Io ero seduta a tavola di fronte a lui. Tenevo gli occhi bassi sul piatto perché lui aveva i suoi occhi magnetici piazzati… sulle mie t*tte. Avevo 17 anni e delle t*tte pazzesche".

Ovviamente ha parlato anche di Nicola Carraro, suo attuale compagno:

"Lui è l'uomo della mia vita. La mia fortuna più grande è stata incontrarlo, lo dico sempre. Io gli ho cambiato la vita, soprattutto gliel'ho riempita, credo, come lui ha cambiato e riempito la mia. Se ha letto quello che ho scritto penso che si sia profondamente commosso".

Infine, ha raccontato la relazione durata un anno e mezzo circa, con Armand Assante:

"È stata una grande passione, ma anche molto divertente: Armand è stato la follia della mia vita. Ci aveva presentato Pascal Vicedomini che poi è stato fondamentale per… comunicare. Io non parlo inglese, Armand non parlava una parola d'italiano. Per carità quando c'è una passione di mezzo le parole contano poco, ma io e Armand ci incontravamo con i dizionari in mano. Così Pascal ci faceva da traduttore e mi ha seguito spesso: a New York, a Bora Bora a Los Angeles".

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