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Marco Bianchi: “Quando ho detto a mia moglie e a mia figlia che avevo capito di essere gay”

Il noto cuoco salutista si confessa al Corriere della Sera, facendo un coming out pubblico con il racconto della sua avventura, quella di un uomo che ha davvero capito i suoi sentimenti dopo il matrimonio ed ha trovato in sua moglie, oltre che in sua figlia, i suoi primi complici per affrontare questa situazione con serenità.
A cura di Andrea Parrella
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La notizia del giorno porta il nome di Marco Bianchi, che al Corriere della Sera racconta della sua decisione presa di recente, quella di comunicare a sua moglie Veruska, madre di sua figlia, di essere gay. Ha deciso di farlo quando ha capito di sentirsi più vivo sentimentalmente nel pensare a un uomo, e concepire il rapporto con la moglie solamente in una chiave affettiva. "Una sera – ha raccontato a Candida Morvillo – mentre la bimba dormiva, le ho detto ‘sono omosessuale, lo sono sempre stato, però solo ora ho capito che sto bene con te ma come amico, perché quello che va oltre, probabilmente, è con un uomo". 

Comincia da qui il racconto del noto cuoco salutista al timone di alcuni programmi tv e food mentor della FondazioneVeronesi. Tutto nasce da una sensazione di vuoto che lui prova a spiegare così: "Negli ultimi anni, viaggiavo tanto per lavoro e mi trovavo spesso da solo, a pensare. Avevo tutto, ma sentivo che mi mancava qualcosa e non capivo cosa. E c’erano cose che non mi tornavano. Alle presentazioni dei miei libri, per dire, gli apprezzamenti femminili non mi gratificavano. Poi, la nascita di una figlia, a cui devo onestà e verità, mi ha dato lo spunto finale di riflessione".

La reazione di sua moglie Veruska è stata complice, comprensiva, la tensione di quella comunicazione si è sciolta in un abbraccio. Solo dopo è arrivato l'incontro con Luca Guidara, influencer e coach dell’ordine, con cui ha trovato grande complicità. Ma i mesi successivi all'annuncio non sono stati facili, al punto che Bianchi racconta d aver avuto quasi una crisi di identità: "non mangiavo, dimagrivo, avevo spasmi allo stomaco e non dormivo la notte. D’accordo con Veruska, ho preso un appartamento dove stare di tanto in tanto. Ho capito che, quando ero a casa, stavo peggio, mi sembrava di far male a qualcuno, di essere una presenza che feriva". Dirlo ai suoi genitori e a sua figlia ha rappresentato una strada verso la liberazione totale, anche se suo padre non l'ha presa bene:

“Troviamo un dottore che ti aiuti", ha detto. Sono scoppiato a ridere. Ho detto: “Perfetto, non ci siamo”. E poi: “Questa non è una malattia, è una condizione nella quale, senza volerlo, mi avete portato”.

In quel caso ha ricordato ai suoi genitori di atteggiamenti particolarmente pesanti nei confronti degli omosessuali assunti dai suoi genitori nel corso degli anni, che nella analisi ‘ex post' avrebbero creato il terreno fertile per i gusti sessuali di Marco. Poi, piano piano, i genitori hanno capito. Molto più naturale la reazione della figlia piccola, alla quale lo ha comunicato con l'aiuto della moglie:

Ci siamo consultati con il pediatra, le maestre, la psicologa… Poi, le ho raccontato la verità. Le ho spiegato: “Io voglio tanto bene a mamma e sei nata tu, ma ho scoperto che il mio cuore batte più forte con Luca accanto. Prima, batteva forte, ora batte a mille”. Lei è una bimba straordinaria, solare, e l’ha accettato con naturalezza. Dopo un primo incontro finto-causale con lui, l’ha visto per un gelato, una pizza e, ora, è il “suo” Luca. E, ora, io so che una seconda vita esiste.

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