Marina Ripa Di Meana prima di morire, le cure contro il cancro l’avevano sfregiata
A 76 anni, dopo oltre un quindicennio di lotta al cancro, è morta Marina Ripa di Meana. La regina del jet set, dei salotti aristocratici romani, icona ribelle tra amori, scandali e lotte ambientaliste, si è arresa a un male che alla fine non le ha lasciato scampo e che, negli ultimi mesi, l'aveva sottoposta a prove durissime. Su tutte, una terribile reazione allergica alla terapia che l'aveva lasciata per qualche tempo completamente sfigurata. La più eccentrica e carismatica delle socialite italiane non si è però mai arresa fino all'ultimo, continuando a credere nelle cure mediche e accettandone i risvolti più dolorosi.
La foto choc apparsa a Pomeriggio 5
Era il maggio 2017 quando la Ripa di Meana appariva nascosta dietro a una veletta nera, ospite a Pomeriggio 5: non solo l'ennesimo look stravagante, ma un modo per celare gli effetti della terapia sul suo volto. In una foto di alcuni giorni prima mostrata da Barbara D'Urso, la scrittrice e opinionista televisiva appariva a dir poco irriconoscibile, con il viso e il corpo ricoperti da macchie rosse, frutto di uno shock anafilattico per cui aveva creduto di morire. Il momento più brutto di una battaglia che combatteva dal 2002, come raccontò nel salotto della D'Urso:
Mi hanno tolto un rene e poi ho dovuto ricominciare le chemio e le terapie. È una battaglia molto difficile. L’ultima terapia mi ha fatto svegliare una mattina in quello stato. Mi sono precipitata all’ospedale dove sono in cura. Per 10 giorni mi hanno sottoposto a varie terapie. Adesso sto meglio, ma la sera divento rossa come se fossi abbronzata. Ti ho chiesto di poter raccontare questa storia, Barbara, perché voglio dimostrare alle persone che la scienza sta andando avanti. Ne sono la prova vivente: combatto da 16 anni. È vero che l’altro giorno, quando mi sono scattata quella foto, pensavo di morire. Ho avuto uno shock anafilattico, mi si è chiusa la gola.
La difesa della medicina tradizionale
Sempre a Pomeriggio 5, la Ripa di Meana aveva quindi lanciato un appello a favore della medicina, chiedendo ai malati di continuare a curarsi e non affidarsi a terapie alternative:
Non voglio che le persone si deprimano guardandomi. In 16 anni ho avuto momenti bruttissimi, forse questo è strato il più brutto, ma vado avanti con le cure classiche non con i palliativi e con i ciarlatani. Ho chiesto ai medici se esiste un modo per scongiurare una reazione allergica di questo tipo. Mi hanno detto di no, ma ciò non vuol dire che non bisogna curarsi. Ho avuto questa manifestazione così cruenta dopo 10 giorni di terapia. Se hai un buon medico, ci si rende conto in tempo dell’errore e si cambia terapia. Voglio solo dire a tutti che il cancro va combattuto, io sono ancora qua.
Veronesi la salvò da suicidio
In un'altra occasione, Marina Ripa di Meana aveva confessato di aver pensato al suicidio subito dopo che il tumore le era stato diagnosticato per la prima volta: "Volevo gettarmi nel Tevere. Mi salvò Umberto Veronesi. Mi telefonò mentre stavo per uscire e mi disse che potevo farcela. E non mi buttai anche perché l’idea di me che galleggiavo cadavere fra le carogne dei gatti era insopportabile. Forse, non mi sono suicidata per vanità". Da quel momento, ha cominciato la sua lunga battaglia, finita il 5 gennaio 2017. Soltanto poche settimane prima, aveva dichiarato: "Questo sarà il mio ultimo Natale". Una previsione che, purtroppo, si è avverata.