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Marisa Laurito: “De Crescenzo ci provò con me, Arbore poteva ma non l’ha fatto”

Affetti, amore e cibo in una carriera condensata di amicizie importanti e di tanto spettacolo. Questo ed altro nella colorata intervista a Marisa Laurito, pubblicata sul Fatto.
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Marisa Laurito, 67 anni il prossimo 16 aprile, e una vita immersa nei grandi dello spettacolo italiano. Da Eduardo De Filippo, con cui ha lavorato per anni, fino al cinema commerciale degli anni '80 e soprattutto tanta televisione, quella vera, con i più grandi: da Renzo Arbore a Gianni Boncompagni. Intervistata da Il Fatto Quotidiano, l'ultima delle sciantose di Napoli ha parlato di affetti, di amore e di cibo. Perché, da ottima cuoca, ha sempre amato cucinare per gli altri o assaggiare piatti di tradizione realizzati dai grandi Maestri che le hanno insegnato la nobile arte del teatro.

Il corteggiamento di Luciano De Crescenzo

Marisa Laurito racconta di aver ricevuto una corte sfrenata da Luciano De Crescenzo, scrittore e regista, ma soprattutto un grandissimo uomo di cultura. La Laurito ci scherza su:

La prima volta l' ho incontrato da Manfredi: entro in casa e lui era davanti alla vetrata, vestito di blu, bellissimo; bello in modo esagerato. Corteggiava tutte le donne, compresa me mentre Arbore mai. Con De Crescenzo? Ci ha provato e per fortuna non ho ceduto. Non so il motivo della mia ritrosia. Troppo sciupafemmine, le donne erano in fila per lui, ma almeno è nata un' amicizia straordinaria: Luciano e Renzo sono come la mia famiglia, dei punti fermi. In particolare Luciano non mi ha mai abbandonata, sempre al mio fianco e in ogni situazione. De Crescenzo è un genio e non l' hanno capito: lui ha portato la cultura alla massa, esattamente l' opposto di quanto realizzato dal Partito comunista. I suoi libri sono tradotti in 42 lingue, in Grecia i testi sono materia di studio nelle scuole.

Il rimpianto di Renzo Arbore

Nessun corteggiamento da Renzo Arbore, ancora glielo rinfaccia la Laurito. Dettaglio curioso e recentissimo, quello di un Renzo Arbore che si rende conto in ritardo delle "belle gambe" che la Laurito aveva in gioventù.

Ancora lo rinfaccio. L' altro giorno Renzo mi guarda e poi se ne esce: "Ho visto un tuo film, avevi delle gambe bellissime". "Ah, e te ne accorgi solo adesso!".

La comune a Roma con Sergio Castellitto, Benigni e gli altri

Negli anni in cui Marisa Laurito cercava il successo, viveva in una comune a Roma con tanti altri attori, diventati poi famosi. Interessanti gli aneddoti di un Sergio Castellitto in gioventù che sognava di diventare Al Pacino mentre poteva godere di un posto all'Atac.

Sergio aveva il posto fisso all' Atac, quindi uno stipendio reale, rispetto a noi un lusso; e poi possedeva una macchina scassata, con la quale mi veniva a prendere, andavamo al cinema; mi riaccompagnava e alla fine sognava: "Voglio diventare come Al Pacino". E io: buonanotte. Non avevamo una lira! Mi inventavo di tutto pur di pagare l' affitto, per un periodo la cucina è diventata una pasticceria: preparavo torte che poi vendevamo; o prendevo la chitarra e cantavo per i ristoranti di via Veneto. Casa era aperta a tutti, specialmente ad attori come noi in difficoltà economica; c' era gente che dormiva nella vasca da bagno. Spesso passava Massimo Ranieri, ma lui era già famoso. Vivevamo in una strada particolare, un condensato di "ciak", speranze e certezze acquisite: oltre a noi c' erano Eleonora Giorgi, Marco Bellocchio, lo stesso Corbucci. Chi frequentava casa? Chiunque, ricordo Benigni, in quel periodo in teatro con il suo Mario Cioni; ero pazza di lui. Insieme abbiamo ridipinto le pareti di nero.

Il rapporto con suo padre e il finto matrimonio

Interessante la storia del suo finto matrimonio con un uomo con il quale conviveva. Il padre, severo e rigido, non sopportava questa sua condizione, così decise di organizzare una sceneggiata, con la complicità di sua madre e di suo fratello.

Rassegnato, e quando ha compiuto 80 anni ha sentenziato: "Non sei stanca di questa vita da zingara?". Per lui ho organizzato un matrimonio finto. Convivevo con un uomo e papà non sopportava questa situazione. Complice mia madre e mio fratello ho deciso di simulare, senza dire la verità a nessuno. Quindi amici. Regali. Parenti. Casa con i fiori. Al momento di andare in chiesa mamma ha finto un malore ed è svenuta, e io: "Se in chiesa non viene lei, non voglio nessuno". Con il mio compagno siamo usciti, abbiamo atteso un po', ci siamo infilati due anelli e siamo rientrati. Applausi e brindisi. Mio padre è morto senza sapere la verità.

 

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