Marta Marzotto e il dolore per la morte della figlia Annalisa: “Pianse per un anno intero”
Diamante Marzotto, in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha parlato del suo rapporto con la madre Marta. La stilista è scomparsa il 29 luglio 2016. In suo onore, la figlia ha prodotto il documentario "La musa inquieta", che verrà presentato alla Mostra del Cinema di Venezia. A interpretare Marta Marzotto è la stessa Diamante, che tuttavia viene ripresa di spalle. Nel corso dell'intervista ha raccontato quella donna creativa e con uno spiccato senso dell'umorismo, di cui Renato Guttuso si innamorò perdutamente.
Le fragilità di Marta Marzotto
Nel ritratto tracciato, non mancano le fragilità della madre Marta Marzotto. In un'occasione, la stilista raccontò di aver versato molte lacrime soprattutto nel corso della terza età. Diamante, tuttavia, ha spiegato che il dolore più grande vissuto dalla donna, è stata la perdita della figlia Annalisa, scomparsa a 32 anni a causa della fibrosi cistica:
"Mamma ha pianto tantissimo quando è scomparsa Annalisa, ma il dolore se lo portava dentro da quando era nata perché ancora non si conosceva la fibrosi cistica. In quella circostanza è stata un drago: ha pianto per un anno intero e poi si è rimboccata le maniche ed è ripartita. Da anziana credo piangesse per la frustrazione di non sentirsi le forze come un tempo e di non riuscire a fare tutto quello che voleva. Lei mangiava la vita".
Le ceneri di Marta Marzotto a casa del figlio Matteo
Diamante Marzotto ha fatto sapere che le ceneri della madre si trovano a casa del figlio minore Matteo. La cinquantottenne non ha nascosto che le sarebbe piaciuto che i resti di Marta Marzotto fossero seppelliti nel Cimitero Monumentale di Milano per dare la possibilità a tutti di portarle un fiore:
"Riposa a casa di mio fratello Matteo. A lei sarebbe piaciuto che le sue ceneri fossero disperse a Cortina, ma non aveva lasciato niente di scritto. Io avrei voluto che fosse ospitata nel Cimitero Monumentale di Milano, perché mamma era di tutti. Ma qualcuno ha bloccato l’iniziativa. Sarebbe bastata una targa per lasciare un fiore, un biglietto, una poesia".