Mastelloni abbandonato da Mara Venier: “Tra le peggiori, è sparita”
Leopoldo Mastelloni non è mai stato uno di quei personaggi che le mandasse a dire. Se c'è un elemento che ha sempre caratterizzato la sua cifra stilistica è la schiettezza, che pure oggi non ha dimenticato, a giudicare dall'intervista rilasciata a Malcom Pagani per Il Fatto Quotidiano, che muove i suoi passi dalle recenti affermazioni dell'attore, sulla sua città di origine, Napoli ("è tutta malfamata"), a quelle relative ai suoi problemi finanziari, con la pensione misera di poco più di 600 euro e i suoi pensieri relativi al suicidio proprio in virtù di questi problemi economici. Ma il botta e risposta con Pagani è divenuto una summa di Mastelloni, con domande a tutto spiano, a partire dagli aspetti biografici, sessuali, sociali, ma anche politici. Parte proprio dalla sua scelta di lasciare Napoli, per trasferirsi a Roma: "Sto bene così. Se nel mio percorso non ci fosse stata Roma sarei rimasto a Napoli a grattarmi le palle senza costrutto per anni. I napoletani sono deboli e incapaci di ribellarsi". La critica a Napoli è sempre viva, anche se Mastelloni giustifica le sue affermazioni di qualche settimana fa, precisando:
Avevo solo detto che mi sentivo romano, scendo a Napoli e in neanche 24 ore da re mi trasformo in reietto: "Frocio, ricchione, omm ‘e mmerd, vafangulo, tornatene a Roma"
L'amore e l'omosessualità
L'attore puteolano racconta del suo modo di concepire la sessualità e di come questa, a suo modo di vedere, assorba tutto il resto, divenendo la parte per il tutto: "Per me il contatto fisico è solo carnale. Nel mio modo di concepire un amplesso c’è tutto. C’è il mondo in tre ore. Se mi tocchi fuori dal letto però mi dai fastidio". Il che non pare essere mai stato un problema per i suoi amanti, visto che a dettare legge è lui: "Li caccio o faccio in modo che se ne vadano. Fuori, per carità. L’amante mio finisce alle sei del mattino. Se dico che il mio unico amante è il pubblico sembra un paradosso alla Wanda Osiris, ma la verità è che gli unici affetti seri, più lunghi di una notte, li ho avuti con le donne. Posso convivere con una donna forse, con un uomo mai. Con il maschio può esserci soltanto un’amicizia da collegio". Mastelloni si svincola da qualunque tipo di definizione anche in merito alla sua identità sessuale, quasi deridendo chi negli anni si sia speso per delineare il suo profilo e racchiuderlo in una definizione:
Mi hanno definito gay, frocio, ricchione, ma non hanno capito niente […] Io voglio essere tutto e la mattina dopo poter saltare dal tuo letto in fuga negando persino di averti conosciuto. Come diceva Peppino Patroni Griffi: “Negare sempre”. Sapete cosa mi dà più fastidio? L’ostentazione. L’outing. Il privato sbattuto in pubblico. La ridicola partita dei matrimoni gay. Avete scelto la trasgressione e poi volete fare peggio dei coniugi di Abbiategrasso. Ma che cazzo state a dì?
50 anni di carriera, per uno che ha vissuto in modo frenetico e senza barriere gli anni '70. Lecito chiedergli se l'Italia, sessualmente parlando, non sia cambiata da quegli anni ad oggi. Ma la risposta di Mastelloni punta il dito contro una sostanziale ipocrisia di fondo: "Scopano tutti allo stesso modo. In batteria. E poi domina la pruderie. C’è gente che fa i pompini al marito e poi corre a lavarsi la bocca per poterlo nuovamente baciare. Avete capito a che punto siamo arrivati? Al provare schifo per lo scambio più intenso. Ad aver paura del piacere. A non saperlo più riconoscere. Siamo passati dagli anni ’70, dall’idea che qualsiasi incontro, anche il più innocente, dovesse concludersi con una scopata al terrore degli umori".
I sassolini dalle scarpe: dalla Spaak alla Venier
Mastelloni mette su un piedistallo Mina, che ha sempre dimostrato di apprezzarlo. Racconta che la grande cantante lo cercò riuscendo ad ottenere il suo numero di telefono in modo assurdo, chiedendo ad una donna napoletana, casualmente, in strada, se ne fosse in possesso. Il caso volle che lo fosse. Leopoldo difende la scelta di Mina della fuga mediatica: "Ha fatto benissimo a sparire, le avrebbero ancora rotto il cazzo per decenni con i paparazzi, le dicerie, la lente di ingrandimento: ‘è grassa, è magra". Spende parole di apprezzamento anche nei confronti di molte amiche che lo appoggiano e lo sostengono, economicamente, al contrario di altre persone, cui non riserva un gran trattamento: "Per fortuna ci sono le amiche come Orietta Berti, Gigliola Cinquetti e Barbara Mastroianni ad aiutarmi, altrimenti non so come farei. Non tutti gli amici mi sono stati vicino. Alcuni come Mara Venier, la peggiore di tutti o Catherine Spaak sono proprio spariti".
La politica, da Bertinotti a Berlusconi
Mastelloni non nega di essere stato "un comunistissimo" e narra di aver frequentato un collettivo che considerava il foulard al collo un gesto borghese assolutamente condannabile, prima di capire che " la sciarpa, la settimana bianca o la villeggiatura al mare coincidevano con il loro desiderio più recondito. Criticavano ciò a cui aspiravano. Un’ipocrisia insopportabile". Da qui la critica a Bertinotti, a suo modo di vedere emblema di una certa sinistra: "mi fa ribrezzo, poi lo conosco sì, siamo anche amici, però poi ditemi: che cazzo c’entra il comunismo con quello? Poi capisco, vuoi piegarti alla presenza glamour? Al comunismo da salotto? Alla dama di corte come ospite d’onore?". Si salva solo Berlusconi, per lui un vero e proprio martire:
quel che gli hanno fatto è indegnissimo. Se fossimo andati a rompere i coglioni a Giovanni Gronchi, a vivisezionare la sua vita come fosse Liz Taylor e a tampinarlo sotto le lenzuola, sarebbero uscite le stesse cose. Ero amico di tutti i paparazzi di Roma. Non c’è politico che non abbia avuto il suo Bunga bunga.
Quanto al lavoro e a quelle "minacce" di qualche settimana fa, Mastelloni sembra serafico nel dire ciò che è intenzionato a fare: "Aspetto una risposta di lavoro a giorni, se non arriva mi sparo. Che devo fà? Non è una tragedia, ho vissuto intensamente, farla finita e togliermi dai piedi non mi dispiace mica tanto".