Maurizio Costanzo: “Conobbi Maria De Filippi quando era avvocato, sua madre venne a vivere con noi”
Maurizio Costanzo offre uno spaccato di vita reale concentrato sul rapporto con Maria De Filippi, ultima e importantissima moglie. Il giornalista ricorda di avere conosciuto la compagna per lavoro, all’epoca in cui lei era ancora un avvocato e non la star televisiva che sarebbe diventata anni dopo. Intervistato dal Corriere, ricorda: “Ci siamo conosciuti a Venezia, ero andato durante la Mostra del Cinema per un dibattito sulle videocassette. Era venuta a prenderci all’aeroporto, faceva l’avvocato. Ci ritrovammo a pranzo con altri. Mi parve subito intelligente, infatti le diedi la possibilità di lavorare con me a Roma. Iniziò a fare questo lavoro. Poi cominciò la nostra storia”.
Il primo incontro con la famiglia De Filippi
Ancora sposato all’epoca in cui conobbe la donna che sarebbe diventata la più importante della sua vita, Costanzo ricorda il primo incontro con i genitori di lei e le rassicurazioni in merito al fatto che si sarebbe separato: “Purtroppo sono mancati ambedue. Il padre fu molto carino con me, mangiammo insieme: in qualche modo lo rassicurai sul fatto che mi stavo separando, come è stato. Dopo la sua morte, la madre è venuta a vivere con noi a Roma. Una famiglia semplicissima, come la mia di origine, del resto: bello. Tra poco con Maria facciamo le nozze d’argento”.
La vita vissuta sotto scorta
Proprio con Maria De Filippi, Costanzo scampò all’attentato che gli sarebbe potuto costare la vita. Ancora oggi, a 25 anni da quel 14 maggio del 1993, il giornalista vive sotto scorta: “Il giorno più brutto fu il 14 maggio 1993, quando la mafia mi dedicò 70 chili di tritolo mentre tornavo a casa in macchina con Maria. Il più bello è stato accorgerci che eravamo vivi. Io faccio il giornalista, avevo molto parlato di mafia al Costanzo Show e la mafia si è difesa. Arrivavano lettere con la mia testa in un vassoio, le mandavo alla Digos. Sono ancora sotto scorta. Ora mi seguono due persone, prima quattro. Sono diventati dei parenti, per me”.