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“Mi toglie il respiro”: Bonucci stringe Martina Maccari, ci sono lei e i suoi figli prima di tutto

C’è qualcosa che per Leonardo Bonucci viene prima del calcio: la sua famiglia, composta dalla Martina Maccari e dai figli Matteo e Lorenzo. Lady Bonucci è la donna della vita del campione, quella insieme alla quale ha superato la prova più difficile.
A cura di Stefania Rocco
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Nella vita di Leonardo Bonucci, campione che ha appena abbandonato la Juventus dopo 7 stagioni per passare al Milan, c’è qualcosa che verrà sempre prima del calcio e di qualunque altra passione: l’amore per la sua famiglia. La campione documenta sui social la sua vita (quasi) tutta rosa, vissuta accanto alla moglie Martina Maccari e ai loro figli Lorenzo e Mattia. Non c’è settimana in cu Bonucci non posti sui social uno scatto in cui compaia l’uno o l’altro dei suoi familiari. Decine sono le dediche regalate alla sua compagna, la donna insieme alla quale ha superato la prova più difficile della sua vita.

La vita privata di Leonardo Bonucci

L’amore tra Leonardo e Martina nacque nel 2008 e fu tutt’altro che un colpo di fulmine. Fu la stessa Lady Bonucci a raccontare come andarono le cose:

Ci siamo conosciuti nel 2008, telefonicamente e quasi per scommessa. Tutt'altro che un colpo di fulmine. Al primo incontro, Leonardo era l'opposto di come me lo aspettassi. Non mi sembrava proprio il mio tipo. Invece… ci siamo fidanzati e poi ai tempi del Bari abbiamo cominciato a convivere. Un anno di litigate, poi la Juve, il matrimonio, Lorenzo.

Martina è sempre stata accanto a Lorenzo, che non ha abbandonato nemmeno nei momenti difficili. Uno tra tutti quello in cui il calciatore si ritrovò coinvolto, da innocente, nell’inchiesta sul calcio scommesse. Bonucci non ha dimenticato quanto la moglie ha fatto per lui e lo ha dimostrato sostenendola anche durante alcune baruffe mediatiche di cui la donna è stata protagonista. “Momenti che ti tolgono il respiro” scrive Bonucci su Instagram postando una foto della moglie che, di contro, ricorda di essersi innamorata di lui giorno dopo giorno:

Non saprei scegliere una qualità in particolare di mio marito, posso dire, però, che mi ha conquistata giorno dopo giorno, con la sua evoluzione umana. Ci siamo sposati incoscienti quasi quattro anni fa, cavalcando l'onda dell’amore. E poi, con il passare dei giorni, vivendo insieme, mi sono innamorata di come lui sia diventato uomo, in autonomia, davanti ai miei occhi.

La malattia di Matteo

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Insieme, Lorenzo e Martina hanno superato la prova più difficile: la malattia del piccolo Matteo, il loro secondogenito. Era il luglio del 2016 quando il campione e sua moglie scoprirono che il loro bambino si era ammalato. Addolorati, chiesero ai tifosi solo che gli concedessero la privacy necessaria per affrontare questo momento. Sono nel dicembre dello scorso anno, la coppia riuscì a tirare un respiro di sollievo e Bonucci, ormai sicuro della guarigione di suo figlio, rilasciò un’intervista a Repubblica per celebrare quel momento:

La fine della paura che è durata da luglio sino a pochi giorni fa. A Matteo ora ripetiamo spesso una sorta di mantra: sei tu il nostro campione, hai vinto la partita più difficile. Gli leggo libri di favole, le storie di Cars. È tornato a giocare con suo fratello, presto potranno anche ricominciare a fare la lotta. Finalmente sta bene fisicamente e psicologicamente.

Spiegò che suo figlio si era ammalato nell’estate precedente:

Estate, vacanze a Formentera dopo i campionati europei in Francia. Tre settimane prima a Matteo era stata rimossa una piccola ernia inguinale. Una sciocchezza, eppure abbiamo la sensazione che Matteo sia diventato un bimbo diverso. All'inizio pensiamo che la ragione sia da ricercare in un residuo di anestesia da smaltire, ma poi una serie di suoi comportamenti ci preoccupano. Siamo spaventati. Torniamo immediatamente a Torino, decide mia moglie. All'ospedale pediatrico Regina Margherita troviamo una dottoressa meravigliosa che non perde un minuto. Gli esami diagnostici rivelano una patologia acuta. Bisogna intervenire subito, ci dice il medico. Il giorno successivo Matteo entra in sala operatoria alle otto della mattina e ne esce alle quattro del pomeriggio. Mentre superava le porte della chirurgia Matteo ci ha fatto il verso del leone, come se volesse infondere coraggio più a noi che a sé. Dopo ho raccolto il suo peluche, un orsetto bianco, mi sono seduto in un angolo della stanza e ho fatto una chiacchierata con Dio: sia fatta la tua volontà, gli ho detto, ma non dimenticare che è solo un bambino. Poi sono uscito dall'ospedale e ho trovato ad aspettarmi una trentina di persone, famigliari e amici. Qualcuno aveva chiesto un permesso dal lavoro, altri avevano chiuso il negozio. Per loro, per i miei compagni di squadra, per i tifosi, non soltanto della Juventus, che ci sono stati vicini in questi mesi ho pianto in tv. È stata l'emozione di un grazie. Matteo è tornato a casa il dieci agosto, a tredici giorni dall'intervento. Un recupero record.

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