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Michela Andreozzi e Massimiliano Vado si sposeranno con 14 coppie gay

Gli attori si sposeranno nel corso del Wedding Day. Con loro altre 22 coppie, di cui 14 omosessuali. La cerimonia si svolgerà in Campidoglio alla presenza del sindaco Ignazio Marino.
A cura di D.S.
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Il 21 maggio, Michela Andreozzi sposerà Massimiliano Vado. Diranno il fatidico sì in Campidoglio, davanti al giudice Ignazio Marino.  Sarà una giornata speciale anche per un altro motivo. Si celebrerà il Wedding Day, ossia la giornata in cui Roma si impegnerà a varare le registrazioni delle unioni civili. Ciò avviene dopo l’approvazione della delibera grazie alla quale il Comune si impegnerà a garantire pari condizioni di accesso alle coppie che coabitano, sia che si tratti di eterosessuali che di omosessuali. Ad officiare la cerimonia sarà l’attivista Lgbt Imma Battaglia. Gli attori non saranno gli unici a sposarsi quel giorno, con loro ci saranno altre 22 altre coppie, di cui 14 omosessuali. Intervistata da Vanity Fair, Michela Andreozzi ha spiegato come mai la scelta è ricaduta proprio sul Wedding Day:

"Perché solo incidentalmente la persona che voglio al mio fianco per la vita è un uomo e ognuno potrà capirlo da sé in quella festa colorata".

La decisione di sposarsi è arrivata dopo aver parlato con alcuni amici omosessuali:

"Una sera due nostri amici gay ci hanno chiesto: “Vi sposate, voi che potete?”. Ci è venuto naturale rispondere: “Quando potrete anche voi”. Poi abbiamo scoperto che dicevano così anche Brad Pitt e Angelina Jolie. E quando, sulla loro scia, hanno iniziato a chiamarci “i Vadozzi”, non abbiamo più potuto tirarla per le lunghe".

Infine, ha spiegato quali sono i diritti che lei e il suo compagno acquisiranno dopo il matrimonio:

"Nella nostra città, saremo equiparati a una coppia sposata: accesso alla graduatoria di asili e case popolari, possibilità di usufruire degli sconti famiglia. È un primo passo verso l’affidamento e altri riconoscimenti ancora da conquistare a livello nazionale. In caso di malattia, per esempio, potremo portare il certificato che ci definisce parenti di primo grado, e darci assistenza".

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