Miguel Bosè, da negazionista a complottista il passo è breve: “Il Covid? Creato dai miliardari”
Dopo il grande clamore delle dichiarazioni negazioniste, La Sexta pubblica anche la seconda parte dell'intervista a Miguel Bosé. Se nella prima parte si affrontavano i temi più scomodi, a partire dall'abuso di droghe fino alle sue posizioni negazioniste, in questa seconda parte il cantante spagnolo rivela il suo lato più complottista accusando il Forum di Davos di aver causato la pandemia: "Basta cercare le informazioni sul web e troverete tutto". Quando però il conduttore Jordi Evole lo invita a un confronto con uno scienziato, lui si rifiuta: "Non ho le conoscenze adeguate per parlare con lui".
Le parole di Miguel Bosé
Miguel Bosé ha approcciato con una violenza e un'arroganza già vista nel precedente incontro: "Solo io possiedo la verità", ha dichiarato al conduttore, "altro che bufale".
Sono negazionista e lo dico a testa alta. Non mi interessa ciò che pensano gli altri, se avessi dato peso alle parole di altri non avrei mai avuto questa carriera. Dov’è il virus? Io non lo vedo. Questo è solo un complotto per sottomettere i popoli e vendere i vaccini, io mi sono informato e documentato. Non ci servono i vaccini, ma le cure. Questa falsa pandemia non è nata dalla Cina, ma da un cartello di supermiliardari psicopatici che rispondono al nome di Forum di Davos. Hanno pianificato tutto questo da 10-15 anni, basta cercare le informazioni sul web e troverete tutto. Queste persone si credono padroni dell’umanità e del pianete perché sono molto ricchi e molto arroganti. Ma vedrete: cadranno tutti, uno dopo l’altro. Politici, scienziati e imprenditori farmaceutici: non potranno più uscire di casa tranquilli. Ci sarà un’altra Norimberga e coinvolgerà tutto il sistema, da destra a sinistra. Voglio un mondo nuovo e lo avremo.
Le condizioni di Miguel Bosé
Miguel Bosé è sul punto di compiere 65 anni e proprio nell'intervista il giornalista riflette su come il cantante resti una figura attraente, a dispetto di una forma fisica che appare obiettivamente poco invidiabile. Miguel Bosé è imbolsito, appesantito dagli eventi e dall'età. È un'intervista che mette in fila i problemi economici: "Ho regalato case, terreni, appartamenti, viaggi, automobili per amore" e quando il giornalista gli chiede se ha messo qualcosa da parte, lui risponde: "Per fortuna sì, ma ho accumulato molti debiti".
Le riflessioni sul franchismo e sul padre
Riflessioni di vita e anche di politica che stanno tenendo banco soprattutto in Spagna. Miguel Bosé ha rivelato a Jordi Evole del rapporto che la sua famiglia ha avuto con Francisco Franco, il caudillo che instaurò un regime dittatoriale che ha resistito fino alla sua morte, nel 1975: "Mio padre cacciava insieme a Franco, lui veniva spesso a casa nostra". E ancora: "La classe dirigente di allora aveva le sue mascotte, le sue stelle preferite e le coccolava. Mio padre era la mascotte di Franco". Suo padre fu il grande torero Luis Miguel Dominguín, erede del grande Manolete: "Mio padre fu una stella internazionale che era legato a tantissime stelle del passato, a Lauren Bacall, a Liz Taylor, era l'uomo più famoso della Spagna. Quando incontra mia madre, stella italiana e musa del neorealismo, considera la portata dell'evento".