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Mihajlovic in panchina nonostante la malattia, la figlia Virginia: “Orgogliosa del tuo coraggio”

La figlia del tecnico del Bologna pubblica su Instagram un accorato e affettuoso messaggio rivolto al padre, che ha scelto di tornare in panchina per la prima partita di campionato della sua squadra in casa del Verona, nonostante da un mese affronti delle cure molto pesanti per sconfiggere la leucemia.
A cura di Andrea Parrella
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La notizia più bella della giornata per gli appassionati di calcio deve essere stata senz'altro l'annuncio della presenza di Sinisa Mihajlovic sulla panchina del Bologna, per la prima partita di campionato della sua squadra in casa del Verona. Le cure alle quali l'allenatore dei rossoblu si sta sottoponendo da poco più di un mese per combattere la leucemia non lasciavano presagire  la sua presenza in panchina. A sorpresa Sinisa c'è e la reazione gioiosa di tanti sostenitori non si è fatta attendere, soprattutto sui social network. Tra i tifosi di Sinisa Mihajlovic c'è certamente sua figlia, Virginia, che proprio durante la partita serale ha pubblicato su Instagram una dedica a suo padre, esaltandone il coraggio e la forza:

Dirti che ti amo è troppo poco.
La tua forza, la tua grinta ed il tuo coraggio, nonostante io sia tua figlia, mi rendono ancora oggi la ragazza più orgogliosa di questo mondo.
Sei più di un guerriero, sei più di un combattente, sei più di un leone, tu sei “più di ogni cosa”. Quante altre cose ancora vorrei dirti, ma le parole giuste per descriverti, nessuno le ha ancora mai inventate.

In campo dopo 40 giorni di cure specialistiche

Dopo oltre un mese di terapie specialistiche sostenute all'ospedale Sant’Orsola, il tecnico ha rotto gli indugi e ha scelto di raggiungere il gruppo che alloggia in albergo a Verona nell'attesa dell'incontro delle 20.45. Ha seguito tutte le precauzioni necessarie per tutelare la propria salute, al netto delle ovvie difficoltà dovute allo stress di un evento di questo tipo dopo aver trascorso un lungo periodo in assoluto isolamento all'interno del Reparto di Oncologia dove è rimasto ricoverato. La leucemia acuta lo ha costretto a passare la mano ai collaboratori più stretti [il vice Tanjga e De Leo] ma non ne ha fiaccato lo spirito che resta quello di sempre: una persona che per indole – non solo sportiva – non molla mai. E non poteva farlo nemmeno quest'oggi.

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