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Miriam Leone conferma la rottura con Boosta: “Finita da un anno, sono una donna nuova”

L’attrice, nel cast de I Medici e del nuovo film di Pif, conferma per la prima volta la fine della sua storia con Davide Dileo dei Subsonica: “È finita da un anno, lui amava un’altra persona. Oggi sono da un’altra parte”.
A cura di Valeria Morini
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Da mesi, ormai, girava voce che tra Miriam Leone e Davide Dileo, in arte Boosta, fosse finita. La conferma arriva finalmente dalla stessa attrice, che si è raccontata in un'intervista a Vanity Fair e ha confessato come la relazione con il tastierista dei Subsonica si sia conclusa addirittura da un anno. L'ex Miss Italia si è lasciata alle spalle il rapporto più lungo e importante della sua vita: una storia che si era però rivelata "sbagliata" dal momento che Boosta, nel frattempo, si era innamorato di un'altra persona:

È finita da un anno, e oggi sono completamente da un'altra parte. Una nuova Miriam, perché ritrovarsi single a trent'anni è diverso che a venti: a rinascere è una donna.

Il momento d'oro di Miriam Leone, tra I Medici e Pif

Professionalmente parlando, sembra davvero essere un momento d'oro per la Leone, nel cast della fiction evento "I Medici", ma anche di due film molto attesi come "In guerra per amore" di Pif e "Fai bei sogni" di Marco Bellocchio. Inoltre, sarà in "1993", sequel di quella "1992" che l'ha lanciata nel firmamento delle dive, e nella nuova stagione di "Non uccidere". Nell'intervista, la Leone ha raccontato anche un aneddoto delizioso sui genitori:

Mia madre si è messa con il suo professore di latino, che era vent’anni più vecchio di lei, e il risultato sono io. (…) Quando sono nata mamma aveva 19 anni, una bambina. Solo da grande ho capito che non è normale avere una madre che gioca a vestire le bambole, balla e canta tutto il tempo con te: era spensierata, per niente ansiosa. Papà invece era il classico padre professore, che ti mette alla prova: mi regalava solo libri, per compiacerlo ho imparato a leggere a quattro anni. Non era protettivo: se gli chiedevo aiuto con le versioni di latino, che lui conosceva a memoria, mi passava il vocabolario: “Trovi tutto qui”. E se tornavo a casa in lacrime perché a scuola Denise, una bambina grande e grossa, mi menava tutti i giorni, mi diceva che dovevamo chiarirci tra noi. L’altro giorno al telefono mi fa: “Forse non ti ho viziato abbastanza”. Mi sono commossa, perché gli sono così grata per quello che mi ha insegnato: l’indipendenza. E poi a prepararmi la colazione era sempre lui.

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