Nadia Toffa e la storia di Igor che ha perso la vita per gioco: “Ragazzi, rispettate la vita”
Igor Maj è il ragazzino morto a 14 anni per una prova di coraggio, la cosiddetta "blackout challenge". Sulle pagine del Corriere della Sera vengono riprese le parole del padre di Igor, Ramon Maj, un appello a tutti i ragazzi dell'età di suo figlio fatto a una scuola di Bergamo. Nadia Toffa lo amplifica su Facebook, si unisce al dolore della famiglia e dice di comprendere il loro strazio.
Le parole di Nadia Toffa
Nadia Toffa ha espresso solidarietà nei confronti dei genitori di Igor Maj ed ha soprattutto invitato i ragazzi che la seguono a rispettare la vita e ad evitare di dimostrare il coraggio con prove che mettono a rischio la stessa.
Buongiorno ragazzi 💗 Impossibile capire lo strazio di questi genitori che han perso un figlio x una sfida di coraggio. Il coraggio ragazzi dimostratelo in altri modi non rischiando la vita RIP ðð± preghiamo perché questo papà e questa mamma trovino di nuovo la serenità ð🏻rispettiamo sempre la vita. Un abbraccio fortissimo. N.
La lettera di Ramon Maj
Ramon Maj, il papà di Igor, il 14enne milanese morto soffocato il 6 settembre con una corda da roccia dopo aver visto un video di sfide pericolose per adolescenti, il blackout challenge appunto, ha incontrato in Rete di sfide pericolose per adolescenti. Ramon ha incontrato gli studenti a Bergamo. Le sue parole sono riportare dal Corriere della sera.
Nostro figlio era irrequieto e vivace, era bravo a scuola e faceva tanto sport. Arrampicava in montagna con noi, la famiglia, e faceva le gare con la sua squadra. Non passava molto tempo al computer. Come tutti voi aveva un telefonino. Era uno degli ultimi giorni della vacanza d'estate, a pranzo doveva andare dalla nonna e per il pomeriggio era già d'accordo per andare con gli amici agli allenamenti. In un momento in cui era da solo a casa ha cercato su Youtube due parole: «sfida-ragazzi». Le ha cercate per diversivo, con leggerezza, senza pensare chissà che. Internet a volte risuona come le sirene di Ulisse. Nel suo caso è partito un video, «5 Challenge pericolosissime che gli adolescenti fanno», «Ci sono moltissimi giochi che diventano virali e di tendenza — diceva la voce —. Senza usare un po' di testa, si rischia di finire molto male». Sottinteso: tu che hai la testa, puoi sfidare il limite. Ce la fai. L'ultima sfida era una sorta di «gioco» al soffocamento. Probabilmente ne aveva sentito parlare, forse qualcosa sapeva già o circolava tra gli amici, probabilmente ha cercato le «istruzioni» e ha provato, convinto di poter controllare tutto con la sua forza e le sua intelligenza. Una cazzata. Una cazzata che gli è costata la vita. È cosi che è morto Igor, appeso, per colpa di un inganno online. Strangolato da una corda. Una di quelle che in arrampicata servono per salvarsi la vita. Tutto questo non ve lo dico per indurvi a spegnere il vostro bisogno di sfidare la paura, perché è quello che anima ogni uomo. Il messaggio che voglio darvi è: non affrontatelo da soli. Cercate il confronto reale con un amico, con un gruppo, persino con un rivale, ma non restate soli. E non confondete il web con un compagno, perché sarà solo lui a confondere voi.