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Nesli: “Non parlo con Fabri Fibra da 10 anni, io l’ho aiutato e lui mi ha rinnegato”

Nesli ha raccontato a Vanity Fair il rapporto burrascoso con Fabri Fibra. Lo ha definito un “ingrato” che “starebbe ancora a montare i tappi alle penne in Inghilterra” se non fosse per lui. È certo che si incontreranno al funerale del padre e lì “chiuderanno i conti” e capiranno che “non è vero che c’è sempre tempo”.
A cura di Daniela Seclì
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Sulle pagine di Vanity Fair, Nesli è tornato a parlare del burrascoso rapporto con il fratello Fabri Fibra. I due non si parlano e non si incontrano da dieci anni: "Finalmente non sono più ‘il fratello di'. Anzi, pare capiti che gliela buttino là al contrario. È il contrappasso che aspettavo […] Badi, io lui non lo odiavo, ho imparato a odiarlo. Non parlarsi per una rottura, in famiglia, è un’anomalia. Figurarsi nella nostra, dove facevamo pure lo stesso pubblico lavoro"

Nesli: "Ho sparato per sbaglio a un amico, ero un teppistello"

L'artista ha raccontato come hanno avuto origine i dissapori con il fratello. Per farlo è tornato con la mente a un episodio risalente alla sua adolescenza: "Avevo 16 anni, ero un teppistello, e un giorno in scooter con dei miei amici mi sono ritrovato nel posto sbagliato al momento sbagliato. Il posto era la campagna di provincia, intorno a Senigallia. Il momento era avere una Calibro 22 in mano e non saperla maneggiare. Esplode un colpo. Prende in pieno un mio amico. La pallottola diventa una biglia, il suo corpo un flipper: da sotto l’ascella va al torace, passa in una costola, buca un polmone e il rene, s’infila nella vescica. Quel ragazzo rischia di morire, sta un mese e mezzo in ospedale, si salva. Finisco sotto processo, nessuna conseguenza, era stato un incidente. Mia mamma mi dice: ‘Stattene un po’ buono, vai in garage con tuo fratello'".

Nesli: "Se non fosse stato per me, Fabri Fibra starebbe ancora a montare i tappi alle penne"

In quel garage ha iniziato a fare freestyle con Fabri Fibra. A suo dire, però, per il fratello la musica era solo un hobby e partì per l'Inghilterra con l'intenzione di imparare l'inglese. Intanto, la Universal si accorse di loro:

"Ci chiama la Universal. Siamo in due. Poi qualcosa inizia a non andare. Per loro ero un accessorio, l’eterno secondo. Eppure, se non fosse stato per me, Fabri Fibra starebbe ancora a montare i tappi alle penne in Inghilterra. Sono stato io a creare gli album Ego e Home. Io a inventarmi il suono di Mr. Simpatia. I suoi primi successi".

I due si accorsero, inoltre, di voler produrre stili diversi. Fabri Fibra amava cimentarsi con testi "cattivi" che gli hanno anche procurato una condanna per diffamazione. Al contrario, Nesli preferiva cantare il "positivo".

"Quando lui torna da Londra per registrare, iniziamo a guardarci diversi, la bolla scoppia, e capiamo che stiamo combattendo una guerra su due fronti: lui su quelle basi musicali sparava a zero con un gusto morboso e una cattiveria gratuita, io ambivo al positivo, al lato buono che c’è, a costruire una carriera sana da professionisti, non sulla pelle dei cadaveri. Un parente che fa la tua stessa cosa con la stessa etichetta, se funziona, è un problema".

Così, Nesli prese le distanze da Fabri Fibra e cercò la sua strada. La reazione del fratello non tardò ad arrivare:  "Cala il silenzio, che insieme all’ostruzionismo è una chiara dichiarazione d’intenti. […] Mi rinnega, mi ripaga a indifferenza, come fossi il suo peggior nemico. Già con Applausi per Fibra (singolo di Fibra, del 2006, ndr) non eravamo più né soci né amici né fratelli. Estranei, che non si devono incontrare. Nelle interviste quando gli chiedono di me butta lì due o tre paroline, che stanno sempre per: ‘Scrive bene, ma qui siamo in serie A, non tiriamo fuori la C'". È un ingrato. Saremmo potuti essere una bellissima storia italiana".

Nesli: "Forse ci incontreremo al funerale di papà e capiremo che non c'è sempre tempo"

Infine, Nesli ha raccontato che Fabri Fibra, tramite la sua casa discografica, gli avrebbe chiesto dei pezzi. Lui, però, ha replicato: ‘Se vuole gli inediti, che me li chieda lui'. Così, il contatto non è mai avvenuto:

"Ormai la mamma si è abituata e ha rinunciato al sogno di una riconciliazione, di un Natale tutti insieme. Vive anche lei nell’assenza di Fabri. Mio padre ha quasi 90 anni. Ho avuto questa visione: noi, al suo funerale. Succederà lì. Sarà quel giorno a chiudere i conti. Li pagheremo tutti. Capiremo che non è vero che c’è sempre tempo".

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