“Non c’erano vu cumprà sulla Rambla”: critiche a Rita Pavone per la bufala sull’attentato
Una pioggia di critiche ha investito Rita Pavone per avere riportato su Twitter la bufala legata alla mancata presenza dei venditori ambulanti a La Rambla nel giorno dell’attentato del 17 agosto 2017. La cantante ha ritwittato sui social una serie di post per i quali è stata accusata di avere assunto toni razzisti. Cavalcando l’onda di una corrente complottista diffusasi sui social a seguito della strage in Catalogna, la Pavone si è chiesta il motivo della presunta assenza di venditori ambulanti stranieri sulla strada dov’è avvenuto l’attentato:
Visto una immagine stamane che alcuni hanno già provveduto a cancellare. Dov'erano giovedì 17 i "manteros"? I “vù cumprà "che riempiono i loro teli di merci sul suolo delle Ramblas? Pare che proprio non ci fossero giovedì. Sciopero o sapevano?
Subito dopo aver postato i due tweet, la cantante ha replicato a chi l’ha accusata di avere assunto toni razzisti:
Cari ‘simpatici' amici, voi continuate pure a dire cavolate e cattiverie e io continuerò a bloccarvi e a segnalarvi alla polizia postale. Non lo scrivo io, Lo scrivono gli spagnoli.
Quando le si fa notare, poi, di essere incappata in una bufala già smentita, l’artista replica sostenendo di possedere una certa conoscenza del territorio catalano: “Io che sono di casa in Spagna da 40 anni e che conosco la Catalunya da una vita, mi sento dare lezioni dal turista del fine settimana…”.
Venditori ambulanti diminuiti per la massiccia presenza di polizia
In realtà, la bufala in questione è già stata smentita da El Diario e i presenti sulla Rambla nel giorno dell’attentato potranno confermarlo. La verità è che qualche venditore ambulante c’era, ma la presenza massiccia di “vu cumprà” alla quale turisti e residenti sono stati abituati nel corso degli ultimi anni è stata stroncata già da diversi mesi in seguito a una massiccia presenza della polizia nei luoghi in questione. Non è vero, però, che nessun venditore ambulante abbia steso al suolo il proprio telo carico di merce nel giorno della strage. C’erano una decina di “venditori” circa, forse anche meno, sistemati al centro della Rambla, in zona pedonale, a pochi metri di distanza dal tratto in cui cominciano a susseguirsi i vari chioschi, bar e ristoranti. Il fatto che non ce ne fossero di più è legato ai controlli inaspriti nella zona già da tempo, intensificatisi con l’inizio del periodo estivo. La notizia del presunto complotto era stata diffusa su Facebook da Espana Libre information, il cui post sull’argomento è stato rimosso ieri.