Orge in canonica a Padova, tra i preti coinvolti anche l’ex assistente spirituale di Belen
Si allarga l'inchiesta sulle orge della parrocchia di San Lazzaro, quartiere di Padova. Nella canonica di don Andrea Contin, stando agli ultimi risvolti, c'è stato anche don Roberto Cavazzana, 41enne parroco di Rovolon che avrebbe avuto rapporti sessuali con la ex amante di don Andrea. Il nome di don Roberto Cavazzana è noto al mondo del gossip in quanto è stato fu il primo assistente spirituale di Stefano De Martino e Belen Rodriguez. Quando la coppia maturò la decisione di convolare a nozze, fu il primo a cui si rivolsero realizzando, come dichiarato dallo stesso prete, una decina di incontri di preparazione in vista del matrimonio.
Davanti al pm Roberto Piccione, don Roberto Cavazzana è stato costretto ad ammettere la sua partecipazione ai festini a luci rosse della canonica della parrocchia di San Lazzaro. Così si legge sul quotidiano locale Il Gazzettino. È lui l'uomo immortalato nei filmati hard ritrovati: don Andrea si metteva dietro la telecamera e lo riprendeva negli amplessi di don Roberto con la 49enne impiegata che ha fatto partire le indagini. Lo scandalo è esploso lo scorso 21 dicembre, il giorno in cui i carabinieri hanno perquisito la canonica scoprendo una stanza chiusa a chiave in cui erano conservati sex toys e filmini hard nascosti dietro copertine di pubblicazioni religiose. Dalle indagini sulle orge di sesso estremo in canonica, sarebbero saltate almeno sette donne coinvolte e si sarebbe scoperto che don Andrea Contin avrebbe frequentato luoghi in cui si pratica lo scambio di coppie.
La donna, nella sua denuncia, ha raccontato che don Andrea sarebbe sempre stato violento nei suoi confronti quando lei decideva di sottrarsi a pratiche sessuali violente e ha raccontato di essere stata anche minacciata con un coltello. Don Andrea, in questo momento, si trova in un ritiro dedicato ai sacerdoti in difficoltà. Lo scandalo che lo ha travolto, in cui i condizionali sono ancora d'obbligo nonostante l'evidenza e il ritrovamento di prove schiaccianti, non è ancora perseguibile. Gli inquirenti vogliono arrivare a stabilire se le ipotesi arrivino a costituire reato di favoreggiamento della prostituzione.