Osama Bin Laden: il ricordo della prima moglie Najwa e del figlio Omar
Omar Bin Laden, quarto figlio di Bin Laden, ha pubblicato nell'ottobre del 2009 un'interessante autobiografia, intitolata "Growing Up bin Laden: Osama's Wife and Son Take Us Inside Their Secret World", redatta con il sostegno di sua madre, Najwa bin Laden, prima moglie (e cugina) di Osama.
Il libro offre una rivisitazione della figura del feroce terrorista islamico in chiave prettamente familiare, presentandolo nelle vesti di padre e marito: "Aveva sempre con sè un bastone di legno e ci colpiva al minimo errore. Vivevamo praticamente come prigionieri. Io e i miei fratelli guardavamo per ore dalla finestra gli altri bambini giocare, andare in bici e saltare la corda". Questi i ricordi della vita blindata vissuta all'ombra di un padre così potente e pericoloso agli occhi del mondo, ma che per loro forse era solo e semplicemente un capo famiglia severo.
Una devozione assoluta, infatti, quella provata dal figlio Omar, che non ha mai smesso di amare quell'uomo che lui vedeva solo come un padre, come "l'uomo più intelligente del mondo e anche il più alto", un uomo che lui riusciva ad odiare, sebbene gli dispiacesse molto "per le cose terribili che sono successe per colpa sua".
Bin Laden, il "santo guerriero", ha avuto diverse mogli (Najwa Ghanem, Khadijah Sharif, Khairiah Sabar, Siham Sabar, e Amal Al-Sadah) ed ha avuto da loro undici figli e otto figlie (diciannove bambini in tutto), dieci dei quali solo con Najwa. Secondo quest'ultima, Osama non è mai stato fisicamente crudele con le sue mogli. Non ha mai picchiato o alzato la voce con loro. Tutte loro sono state scelte accuratamente per la loro sottomissione, la passività emotiva e la forte religiosità.
In genere, come molti arabi e musulmani, Osama ha amato molto sua madre Allia e forse per questo motivo fu proprio Najwa la sua prima moglie, essendo la nipote diretta di sua madre, con la quale hanno vissuto per lungo tempo.
Sempre secondo il racconto di moglie e figlio, per Osama, le donne erano importanti come gli allevatori e i domestici, ma per il resto non avevano molto conto all'interno del contesto familiare e soprattutto all'esterno. Infatti egli preferiva trascorrere la maggior parte del suo tempo con gli altri uomini, i guerrieri e gli uomini d'affari. La sua prima moglie aveva quindici anni e, come per le altre, lui si aspettava che "conoscesse il suo posto" e i limiti restrittivi in esso sottintesi. Secondo Najwa, nonostante la sua enorme ricchezza, Osama ha condannato le sue mogli a condizioni di vita molto primitive, non si è mai interessato al loro benessere e le ha costrette a vivere in ambienti austeri e disagiati.
Tuttavia, stando alle sue parole, il rapporto con lei è stato di reciproca comprensione e di tenerezza.
La versione di suo figlio e co-autore, Omar, appare però alquanto diversa: egli afferma che anche quando sua madre ha dovuto affrontare una gravidanza difficile, "ha vissuto senza aria condizionata nei climi più caldi, senza riscaldamento adeguato nei tempi più freddi, senza apparecchi moderni per lavare i vestiti della sua famiglia, senza cibo sufficiente per i suoi figli, senza cure mediche per nessuno e senza un modo di comunicare con la madre e fratelli".
Un uomo a quanto pare molto rigido nella disciplina e fortemente attaccato ad ogni membro della sua famiglia, che preferì portare con sé anche in condizioni di forte pericolo e di privazioni. Ha trascinato tutte le sue mogli e i figli insieme a lui, prima in Arabia Saudita, poi in esilio, in Sudan e in Afghanistan, dove ha letteralmente chiesto loro di vivere in una caverna. Najwa ha lasciato l'Afghanistan due giorni prima di quel fatidico 9 / 11. A quanto pare solo una donna, probabilmente la sua quinta moglie Amal, è rimasta con lui e lo ha accompagnato in Pakistan.
Amal dovrebbe essere la donna che, secondo l'addetto stampa della Casa Bianca, era con lui prima del conflitto a fuoco del 2 Maggio 2011, che si è concluso con la morte di Bin Laden e il trionfo dell'intelligence americana.